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Court (Crave, #4)(2)

Author:Tracy Wolff

Ha un’espressione così seria – troppo, in realtà – e addirittura un po’ disperata. Perciò cerco di distrarla stuzzicandola un po’。 Le rispondo con una battuta dal nostro film preferito, L’impero colpisce ancora: ?Lo so?.

Quando nei suoi occhi appare l’accenno di un sorriso, so di esserci riuscito. Mi allungo verso di lei e me la metto in grembo, godendomi la sensazione del suo corpo premuto contro il mio. Abbasso lo sguardo e accarezzo con il dito l’anello della promessa che le ho regalato, ricordando il voto che ho fatto quel giorno, il tremito nella mia voce mentre pronunciavo le parole fatidiche. Avverto una stretta al petto.

?Sai, hai detto che se avessi indovinato che cos’avevi promesso, me lo avresti detto. Credo di averlo capito.?

Inarco un sopracciglio. ?Ah, davvero??

Lei annuisce. ?Hai promesso che mi avresti portato la colazione a letto per il resto della vita.?

?Non credo proprio. Al mattino, sei insopportabile?, ribatto sbuffando.

La sua faccia si illumina e sorride: è il primo sorriso vero dopo un’eternità. ?Touchée.? Poi scoppia a ridere, e io con lei. Com’è bello vederla di nuovo allegra.

?Dunque…? continua fingendo di soppesare le alternative. ?Hai promesso di darmi sempre ragione ogni volta che discutiamo??

è un’idea ridicola: lei adora discutere con me. Non vorrebbe mai che mi arrendessi e gliela dessi vinta senza combattere. ?Improbabile.?

Allora smette e mi guarda sbattendo le palpebre. ?Prima o poi me lo dirai??

Non è pronta a sentire quello che le avevo promesso prima ancora di sapere che anche lei mi amava. Perciò la butto sul ridere. ?Be’, allora dove sarebbe il divertimento??

Mi allunga un pugno scherzoso sulla spalla. ?Un giorno o l’altro ti costringerò a dirmelo.? Mentre mi accarezza dolcemente la mascella, i suoi occhi tornano seri. ?Ho un’eternità per tirare a indovinare, compagno.?

E basta questo per infiammarmi. ?Ti amo?, sussurro, e mi chino per sfiorarle le labbra con un bacio. Ma Grace è di tutt’altro avviso e mi afferra la testa tra le mani: vuole tutto da me, il mio respiro, il mio cuore, la mia stessa anima.

Restiamo entrambi senza fiato e allora mi scosto e la guardo fisso. Potrei perdermi per sempre nelle profondità dei suoi caldi occhi marroni.

?Ti amo?, le dico di nuovo.

?Lo so?, scherza, ripetendo la mia battuta di poco prima.

?La tua lingua lunga sarà la mia morte?, mormoro, e faccio per baciarla ancora, con l’intenzione di prenderla in braccio e portarla a letto. Ma lei si irrigidisce e io mi rendo conto che il mio accenno alla morte le ha ricordato – ha ricordato a entrambi – tutto ciò che abbiamo perso e che potremmo ancora perdere.

Gli occhi le si riempiono di lacrime, e io mi sento stringere lo stomaco. ?Scusa?, sussurro.

Lei scuote rapidamente la testa come a dire che non fa niente. Si mordicchia il labbro e le trema il mento nello sforzo di soffocare il dolore che prova. Ho il brutto vizio di parlare senza riflettere quando sto con lei e mi prenderei a schiaffi per questo!

?Andrà tutto bene, piccola?, le dico sentendomi sciogliere dentro. Tra un respiro e l’altro, tutto si dissolve – ossa, arterie, muscoli –, lasciando un guscio vuoto, sanguinante… quello che resterà di me se dovessi perderla. ?Che cosa posso fare?? le domando. ?Che cosa ti serve…?

Lei mi interrompe appoggiandomi sulla bocca due dita, piccole e fredde. ?La morte di Luca è stata inutile. La gamba di Flint, il cuore di Jaxon, tutto… è stato tutto inutile, Hudson?, bisbiglia.

La prendo di nuovo tra le braccia e la stringo mentre dentro di lei dilaga l’angoscia al ricordo di quello a cui siamo sopravvissuti. Adesso il suo tremito diventa il mio e capisco di non avere più scuse.

In questo momento, mentre stringo la ragazza che amo – la ragazza che difenderei a costo della vita –, so di non avere più tempo. La cruda e fredda verità che nell’ultima ora ho cercato in tutti i modi di ignorare si abbatte su di me togliendomi il respiro.

è colpa mia.

Di tutto. Di ogni sofferenza, di ogni morte, di ogni istante di dolore che Grace e gli altri hanno patito su quell’isola: è colpa mia, dannazione!

Perché sono stato egoista. Perché non ho voluto rinunciare a lei. Perché sono stato debole.

Ho passato la vita a fuggire il destino che mio padre ha voluto per me, ma adesso mi rendo conto di non avere scelta. Mi travolgerà, che io lo voglia o no, e non c’è niente che possa fare per evitarlo. Non per la seconda volta. Soprattutto se in ballo c’è la felicità di Grace.

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