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Court (Crave, #4)

Author:Tracy Wolff

Court (Crave, #4)

Tracy Wolff

BREAKDOWN

– HUDSON –

SIAMO completamente fregati.

E, a giudicare dall’espressione terrorizzata di Grace, lo sa anche lei.

Vorrei dirle che andrà tutto bene, ma la verità è che anch’io sono terrorizzato. Soltanto, non per gli stessi motivi per cui lo è lei, anche se non sono ancora pronto a parlargliene.

In questo momento è seduta sul mio divano di fronte al fuoco, i capelli umidi dopo la doccia, i riccioli che scintillano nella luce tremula. Indossa una delle mie t-shirt e i pantaloni di una mia tuta arrotolati.

Non è mai stata più bella.

O più indifesa.

A questo pensiero la paura minaccia di travolgermi, anche se mi ripeto che non è indifesa quanto sembra. Anche se mi ripeto che è in grado di sopportare tutto quello che questo maledetto mondo le scaglierà addosso.

Tutto tranne Cyrus.

Se c’è una cosa che so di mio padre, è che non si fermerà mai. Almeno finché avrà ottenuto ciò che vuole, e al diavolo le conseguenze.

A questa prospettiva mi sento raggelare.

Non ho mai avuto paura di nulla in tutta la mia miserabile vita, non di vivere e sicuramente non di morire. Ma da quando c’è Grace, vivo nel terrore costante.

Terrore di perderla e terrore che, se dovesse succedere, con lei se ne andrebbe anche la luce. So che cosa vuol dire vivere nelle tenebre: dannazione, ci ho passato tutta la vita, nelle tenebre.

E adesso non voglio tornarci.

?Posso…? Mi schiarisco la voce e ci riprovo. ?Vuoi che ti porti qualcosa da bere?? le chiedo, ma lei non risponde. Non sono neppure sicuro che mi abbia sentito, tiene gli occhi fissi sul cellulare, decisa a non perdersi una parola riguardo alle condizioni di Flint. Lo specialista è arrivato dieci minuti fa per visitarlo e siamo in attesa di sapere se potrà salvare la gamba. So che adesso Grace vorrebbe essere in infermeria con lui – lo vorremmo tutti –, ma Flint ha chiesto un po’ di privacy e noi non abbiamo potuto rifiutargliela. ?Va bene, d’accordo. Torno subito?, le dico, perché anch’io ho un disperato bisogno di farmi una doccia.

Ancora non risponde. Chissà a che cosa starà pensando, mi chiedo. Avrà detto due parole in croce da quando siamo tornati a scuola e ci siamo resi conto che Cyrus ci ha ingannati e, approfittando del fatto che eravamo impegnati a combattere sull’isola, ha rapito i nostri compagni. Vorrei soltanto sapere come aiutarla. Per raggiungerla prima che vada di nuovo tutto in malora.

Perché è questo che succederà. Le nuove, terrificanti alleanze di Cyrus ne sono la prova. E lo stesso l’audace mossa di rapire i figli delle più potenti famiglie paranormali del mondo. Per lui ormai non c’è alternativa, non gli rimane altro da fare che distruggere ogni cosa.

Non voglio lasciarla seduta da sola in silenzio, perciò rovisto tra gli album della mia collezione di dischi finché trovo Nina Simone. Appoggio il vinile sul piatto, aspetto che la puntina si posi con un crepitio secco e che la voce roca dell’interprete riempia il silenzio. Abbasso il volume lasciando la musica in sottofondo e, rivolgendo un’ultima occhiata alla figura immobile di Grace, mi giro e vado in bagno.

Batto il record di doccia più veloce del mondo, considerando la quantità di sporcizia, sangue rappreso e morte che devo lavarmi via. E mi vesto quasi altrettanto in fretta.

Non so perché sto correndo, non so che cosa ho paura di trovare quando…

Il battito frenetico del mio cuore si placa appena vedo Grace seduta esattamente dove l’ho lasciata. A questo punto, devo ammettere la verità con me stesso: non volevo perderla di vista perché avevo paura che si rendesse conto che scegliere me è stato un errore.

è una paura irrazionale, considerato che mi ha detto che mi ama? Che sceglie me, nonostante tutto ciò che sta succedendo, e pur consapevole del peso dei miei doni? Certo che sì.

E dopo queste riflessioni la paura se ne va? Neanche per idea.

Ecco il potere che ha su di me, il potere che avrà sempre.

?Notizie di Flint?? chiedo prendendo una bottiglietta d’acqua dal frigo nell’angolo per portargliela.

?Niente sulla chat del gruppo, finora.?

Provo a passarle l’acqua, ma dato che non la prende nonostante la mia mano tesa, mi siedo accanto a lei sul divano e appoggio la bottiglia sul tavolino.

Lei distoglie gli occhi dal fuoco. Il suo sguardo ferito è un colpo mortale, ma quando sussurra: ?Ti amo?, il mio cuore riprende a battere.

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