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Court (Crave, #4)(109)

Author:Tracy Wolff

E ne ho la conferma quando, senza dire una parola, si avvia verso un’altra porta d’acciaio con ancora più sistemi di sicurezza.

Non lo seguo perché sono troppo impegnata a guardarmi intorno: il letto bianco, le pareti bianche, i divani, le lampade e i candelabri bianchi. Tutto in questo spazio urla luce e gioia… e mi è così familiare che sento un dolore al petto. I dettagli mi sfuggono, ma dentro di me so che sono già stata qui. Che qui ho amato. E che mi sono fatta sfuggire i ricordi come sabbia tra le dita.

Hudson nota la mia preoccupazione e si avvicina. Mi mette le mani sulle spalle e, chinandosi verso di me, mi chiede: ?Stai bene??

Il suo respiro mi solletica l’orecchio e mi concedo di appoggiarmi contro di lui per pochi, preziosi secondi. ?è qui che eravamo. Questo…? Mi si spezza la voce.

?Questa era casa nostra, sì. Per un po’ almeno.?

Sospiro, ricacciando indietro le lacrime. Non ho tempo di piangere, e comunque non voglio farlo davanti a Hudson. è ridicolo che mi senta così sconvolta adesso che siamo comunque compagni.

Ma chissà quanto deve aver sofferto Hudson quando siamo tornati alla Katmere. Quando mi vedeva insieme a Jaxon. Se mi soffermo a pensare quanto devo averlo fatto stare male, mi sento morire dentro e non sono sicura che riuscirò mai a riprendermi da tanto dolore.

E non sono nemmeno sicura di avere il diritto di aspettarmi che lui si riprenda da tanto dolore.

Mi torna in mente la sua espressione a letto, la disperazione nel suo sguardo quando era come vetro nelle mie mani, e provo una stretta al cuore. Dev’essere stato difficile per lui, cresciuto senza affetti – e questo tutti noi ce lo dimentichiamo spesso –, aprire il suo cuore e fidarsi di nuovo di qualcuno… e quando l’ha fatto, io mi sono dimenticata di lui come se non avesse contato niente.

?Ehi?, mi dice come se mi avesse letto nel pensiero, ?rifarei tutto da capo per arrivare a essere qui con te in questo momento.?

?Ma non capisco perché?, mormoro. ?Dopo quello che ti ho fatto…?

?Tu non mi hai fatto niente?, ribatte. ?La sorte è capricciosa e lo è anche Cassia. Però questo non c’entra niente con te, Grace. Tu mi hai soltanto amato, anche quando non te lo ricordavi.?

?Non è vero?, ribatto con voce strozzata, cercando di scacciare le lacrime che mi si sono bloccate in gola.

?è la mia verità?, risponde lui. ?Ed è quello che sceglierò sempre di ricordare di te. Di noi.?

Mi sfugge un singhiozzo e lo soffoco contro la sua camicia mentre lui mi accarezza i capelli. Non è questo il momento per le lacrime, non davanti ai nostri amici, incluso Jaxon. Tutti contano su di noi per fare irruzione nella Corte dei vampiri e salvare i nostri compagni rinchiusi e le loro famiglie dagli orrori che Cyrus ha in serbo per loro.

?Grace?, sospira Hudson stringendomi per un paio di secondi.

?Va tutto bene?, gli dico, asciugandomi gli occhi con la sua camicia immacolata… Sono sicura che più tardi mi amerà per questo. ?Sto bene.?

Lui mi sorride. ?Stai più che bene.?

Mi asciugo la faccia un’ultima volta, cercando di non farmi vedere. Quando mi allontano da Hudson, noto che Jaxon e Eden sono impegnati in tutt’altre faccende e non ci stanno considerando per niente. Ne sono felice, anche se mi sento terribilmente in imbarazzo.

Il modo migliore per superare questo momento è tornare alle cose pratiche, perciò chiedo: ?Allora, come facciamo a entrare nella Corte dei vampiri da qui??

Hudson non risponde, ma si avvicina alla porta di sicurezza dall’altra parte della stanza e, dopo aver scansionato la sua mano e l’occhio e aver digitato un codice di sicurezza, quella si apre ubbidiente.

?Chi va per primo??

?Dentro il tunnel buio e inquietante?? scherza Eden. ?Ovviamente…?

Jaxon apre la fila – sorpresa sorpresa! –, seguito da Eden. Hudson tira fuori una borsa da un baule vicino alla porta, quindi ci avviamo anche noi.

Il tunnel in cui ci troviamo, spiega Hudson, conduce direttamente agli alloggi della servitù, che in base ai suoi disegni conducono alle segrete. Mentre percorriamo lo stretto passaggio, devo ammettere che non è spaventoso come me la immaginavo. A essere sincera, fa molto meno paura dei tunnel che usavo per andare a lezione di arte alla Katmere.

è una normale galleria con travi di legno sul soffitto e le pareti di roccia. Il pavimento è fatto di lastre di pietra e sabbia e non c’è neppure un dente di vampiro o un ragno in giro. è incredibile che non ci sia neppure una ragnatela, dato che il tunnel è vecchio di secoli, ma non mi lamento assolutamente.