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Court (Crave, #4)(113)

Author:Tracy Wolff

?è difficile lamentarsi quando ho ottenuto degli straordinari poteri in cambio?, osserva Hudson.

Sì, certo, rifletto mentre ci spostiamo verso la porta all’altra estremità della stanza. Due straordinari poteri di cui non vede l’ora di liberarsi. E questo pensiero rischia di spezzare per sempre il mio cuore già abbastanza bistrattato. Ripenso allo spazio e alla luce della sua tana, le due cose che gli sono state negate per cento anni, e mi copro la bocca con una mano per non urlare.

?Ehi.? Hudson mi stringe tra le braccia scacciando con il suo calore il gelo che sento nelle ossa. ?C’è un sacco di brava gente al mondo che fa una vita orribile, Grace. Almeno io ho te.?

E allora lo stringo a me: sono ammirata dalla forza di questo ragazzo che rifiuta di farsi spezzare.

?Dobbiamo andare, altezza?, incalza Darius e ci voltiamo di nuovo per seguirlo, ma lui si blocca a pochi passi dall’uscita, portandosi le mani alla gola.

?Darius?? Vincenzo lo raggiunge di corsa. ?Cos’è succ…?

Si blocca anche lui quando un pugnale gli si conficca nel centro del petto. Ha solo un istante per mormorare un ?Oh? sorpreso prima che la morte lo colga. Poi cade a terra a faccia in giù.

62

VOLA, PUGNALE, VOLA

?è UN peccato, in realtà?, commenta una divertita voce femminile dall’ombra. ?Mi aspettavo che opponessero un po’ più di resistenza. Ma, d’altronde, è vero quello che si dice: si ottiene quello per cui si paga.? Il suo accento inglese è inconfondibile.

Mi guardo intorno, scrutando le ombre per cercare di capire chi c’è qui con noi. Hudson e gli altri fanno la stessa cosa, ma sembra che neanche loro riescano a scorgerla. Ed è molto preoccupante, dato che loro vedono anche al buio.

?Chi sei?? chiede Eden, spostando nervosamente i piedi calzati negli adorati Dr. Martens.

Rabbrividisco. è terribilmente inquietante essere alla mercé di qualcuno che non puoi vedere. Specie se quel qualcuno ha appena ucciso due persone proprio sotto i tuoi occhi, due persone che, oltretutto, facevano parte della più elitaria Guardia dei vampiri del mondo.

Non voglio aspettare che accada qualcos’altro, perciò mi concentro e afferro il mio filo color platino. Se devo combattere con una voce senza corpo e al buio, lo farò come gargoyle.

Il problema è che non succede niente, anche quando stringo di nuovo il filo con più forza.

Riprovo, ma nulla. Prima che abbia il tempo di fare il terzo tentativo, la voce ritorna… stavolta viene da un angolo diverso della stanza.

?Pensavi davvero che con un paio di monete d’oro ti saresti assicurato una vera protezione?? Il tono è pieno di disprezzo. ?Dovresti avere ormai capito che non è così.? Un pugnale mi sfreccia accanto, talmente vicino che avverto lo spostamento d’aria contro la guancia.

?Che diavolo…? ringhia Hudson.

Pochi secondi dopo, un altro pugnale vola verso di noi e stavolta sfiora il braccio di Eden.

Lei emette un gemito di sorpresa e si stringe la mano sul taglio mentre noi ci disperdiamo per la sala, cercando di capire che cosa sta succedendo. I pugnali vengono tutti dalla stessa direzione, così ci avviciniamo lentamente verso quell’angolo della stanza, chiudendo eventuali vie di fuga.

Hudson deve aver capito che non riesco a cambiare forma, perché mi si para davanti, proteggendomi con il suo corpo.

Jaxon e Eden si gettano sulla voce che si nasconde nell’ombra, ma restano a mani vuote.

?Se sai tutto, perché non ti fai vedere e lo spieghi anche a noi??

?è quello che avevo intenzione di fare.? E, all’improvviso, ce la ritroviamo di fronte: è saltata giù da una delle bare in fondo al mausoleo. La fissiamo tutti con gli occhi sgranati mentre, con passo lento, cammina verso la luce.

?Chi sei?? chiede Hudson, spostandosi leggermente a sinistra per frapporsi tra la sconosciuta e il resto del gruppo. Jaxon lo segue a ruota.

?Domande, sempre domande?, risponde lei con tono canzonatorio.

Quando finalmente riesco a vederla, rimango sorpresa dal suo aspetto – tutti lo siamo –, perché nessuno avrebbe mai detto che una ragazza così potesse essere un’abile assassina, esperta nel lancio di pugnali.

Per cominciare, è probabilmente più giovane di me, o almeno lo sembra. Sedici, diciassette anni al massimo, con i capelli rosso fuoco raccolti in uno chignon basso, appena sopra il collo lungo ed elegante. Ha occhi grandi e scuri, in contrasto con la pelle di alabastro e, quando è un po’ più vicina, noto che in loro c’è un’espressione divertita.