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Court (Crave, #4)(114)

Author:Tracy Wolff

è alta, immagino circa sul metro e ottanta, ma troppo magra, come se fosse passato parecchio tempo dall’ultima volta che ha mangiato. è tutta vestita di nero, perciò la sua pelle sembra ancora più bianca e i suoi arti più sottili.

Indossa una maglia nera attillata a maniche lunghe con una cintura in vita tipo quelle da imbracatura.

Pantaloni aderenti di pelle nera.

Stivali neri con il tacco basso.

Persino il sottile braccialetto di cuoio – che le fa tre giri intorno al polso destro – è nero.

E che dire dei cinquecento pugnali che si porta legati addosso? Evidentemente per lei sono una cosa normalissima, altrimenti come potrebbe terrorizzare la gente?

Forse ho un po’ esagerato dicendo cinquecento, ma duecento lo sono tutti. Anche duecentocinquanta.

Eppure, io mi sforzo di guardare oltre i pugnali, anche se è più difficile di quello che sembra, per vedere bene la ragazza che li possiede. Perché, nonostante tutte le sue armi, sembra fragile. Come una ballerina che è caduta una volta di troppo.

Ma, in qualche modo, questo la rende ancora più bella. Almeno finché non apre la bocca e torna a fare una paura del diavolo.

?D’altronde, tu sei sempre stato l’idealista del gruppo, vero, Hudson?? continua con tono canzonatorio.

Il fatto che lo conosca, o creda di conoscerlo, è davvero strano, considerato che pare che lui non abbia idea di chi sia. E quando lei aggiunge: ?Il povero bambino smarrito che non ha mai capito le tre cose fondamentali della vita?, sento un brivido corrermi lungo la schiena.

Perché solo un paio di persone al mondo conoscono Hudson abbastanza da sapere che si sente davvero un bambino smarrito dietro la facciata da duro… e questa sconosciuta non dovrebbe essere una di loro. Cioè, sì, magari ha tirato a indovinare, però dal modo in cui lo guarda ho il sospetto che ci sia qualcosa di più.

?E quali sarebbero esattamente queste tre cose fondamentali della vita che non avrei capito?? chiede Hudson.

Sembra annoiato, come se non le stesse prestando attenzione, invece sta osservando ogni sua mossa. Di sicuro anche lui si starà domandando se la ragazza stia azzardando un’ipotesi o sappia qualcosa che non dovrebbe sapere.

?Non è ovvio?? Solleva una mano in modo da fare la conta sulle dita. ?Uno, l’avidità vince sempre. Due, la lealtà non esiste.?

Fa una pausa per lasciare che le sue parole facciano effetto, ma Hudson si limita a sollevare un sopracciglio. ?Hai scordato il tre, o non ci arrivi a contare??

Il tono canzonatorio e sprezzante nella sua voce mi sorprende. Non lo sentivo da mesi ormai, da quando ha smesso di nascondere i sentimenti che prova per me, perciò scruto la ragazza con più attenzione. Non ho idea di chi sia, ma ha irritato Hudson e lui sta mettendo in atto tutti i suoi meccanismi di difesa.

Un rapido sguardo a Jaxon mi conferma che l’ha notato anche lui e che anche lui ne è sorpreso. Ancora prima che la ragazza dica: ?So contare benissimo. Forse mi hai confusa con il tuo fratellino qui presente?.

Adesso Jaxon è offeso (chi potrebbe biasimarlo, in fondo?), ma prima di poter obiettare, la ragazza continua: ?La terza cosa è la prima che quello stronzo di nostro padre ci ha insegnato: il sangue è più denso dell’acqua quando scorre nelle fogne?.

63

PARENTI SERPENTI

LA ragazza fa un sorrisetto sinistro e i suoi canini brillano persino nella luce fioca del mausoleo. Noi tutti restiamo senza fiato: Hudson e Jaxon hanno una sorella? Dai loro sguardi sorpresi è evidente che loro non ne sapevano nulla.

Poi, prima che chiunque di noi possa muovere un dito, lei agita una mano e ordina: ?Prendeteli?.

Pochi istanti dopo, un intero battaglione di guardie invade la stanza.

Vengono verso di noi, così ci disponiamo in circolo, dandoci la schiena. Ancora una volta stringo il mio filo color platino e ancora una volta non funziona.

?Che succede?? chiede Eden terrorizzata, come non l’ho mai vista finora. ?Non riesco a trovare il mio drago.?

?E io non trovo la telecinesi?, borbotta Jaxon, abbassandosi giusto in tempo per evitare un manrovescio gigantesco.

?Devono avere fatto un incantesimo che blocca la nostra magia, com’è successo nell’Etereo?, dice Hudson schivando un paio di pugni di mani enormi e assestando un calcio nell’inguine a una guardia, che barcolla all’indietro.

Però quando guarda verso di me per controllare che io stia bene, si becca un pugno sul naso. Il sangue schizza ovunque e la ragazza, chiunque sia, scoppia a ridere. ?Vi direi che mi dispiace per le pene che state per soffrire, ma procurare dolore è la cosa che mi piace di più al mondo. Divertitevi?, augura poi alle guardie e, mentre si allontana, la sua risata riecheggia per tutto il corridoio.