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Court (Crave, #4)(12)

Author:Tracy Wolff

Sto uscendo quando sento Macy muoversi e mugolare nel sonno. Mi fermo, in attesa di vedere se ha bisogno di me, ma dopo un altro verso infastidito riprende a russare come ha fatto sempre negli ultimi mesi.

Quel suono familiare mi fa rimpiangere la mia prima notte qui, quando ancora non era tutto così folle, quando la mia preoccupazione maggiore era il fastidioso russare di mia cugina. Sposto lo sguardo da Macy al mio letto, e mi domando se rubare qualche altra ora di riposo… dopotutto, potrebbe essere l’ultima occasione per tutti noi di farci una vera notte di sonno per chissà quanto tempo.

Non mi prendo neppure la briga di sfilarmi gli scarponi, mi accoccolo sopra le coperte, affondo la testa nel cuscino e mi lascio cullare dal russare ritmico di Macy.

Non c’è tempo!

Una voce prorompe nella mia testa svegliandomi di colpo. Controllo il telefono: ho dormito altre due ore. Macy sta ancora russando piano, ma so già che io non riuscirò più a riaddormentarmi. Forse, se sono fortunata, riuscirò a sgattaiolare in camera di Hudson senza svegliare neppure lui.

Non sono ancora arrivata in cima alle scale che sento di nuovo la voce allarmata della Bestia: Non c’è tempo. Non c’è tempo. Non c’è tempo.

Non c’è tempo per cosa? chiedo dentro di me. State tutti…

Mi interrompo perché, girando l’angolo del ballatoio, trovo il gargoyle in forma umana, seduto al tavolino da scacchi rotto in fondo alle scale, con in mano uno dei pochi pezzi del gioco superstiti.

Quando mi rendo conto che quello che stringe è la regina dei vampiri in persona, sono travolta da una nauseante ondata di déjà vu.

7

COME DICI?

DICO un’ovvietà. ?Sei tornato umano.?

Lui annuisce mentre io scendo molto lentamente gli ultimi due gradini che ci separano. Sto cercando di capire che cosa sta succedendo, ma non ci riesco. Non ho idea di che cosa dire alla Bestia Invincibile, non ho idea di come trattarla. è un gargoyle, l’unico altro gargoyle esistente al mondo, il che significa che dovremmo avere qualcosa in comune.

Ma la verità è che non mi sono mai sentita più distante da qualcuno, il che è stranissimo, se si considera che lo sento nella mia testa, letteralmente.

?Stai bene?? chiedo sedendomi sulla sedia dall’altro lato del tavolino da scacchi.

?Preoccupato. Tanto preoccupato?, dice forte, e udire la sua voce mi sorprende. Cioè, sull’isola mi ha parlato, ma sono talmente abituata a sentirlo nella testa che ci metto un po’ ad abituarmi.

Annuisco. ?Sì, lo so. Ti ho sentito mentre dormivo. E quando mi sono svegliata.?

?Scusa.? Sembra imbarazzato. ?Dovere sbrigare.?

?Non scusarti?, lo rassicuro scrollando la testa. ?Ma perché dobbiamo sbrigarci? Che sta succedendo??

?Non c’è tempo.?

Non capisco se sta parlando di noi, di sé o di qualcun altro. Spero sinceramente che stia dicendo che quello che non ha tempo è Cyrus, ma dubito di essere così fortunata. ?Chi è che non ha tempo??

Non risponde, limitandosi a protendersi in avanti sulla sedia per sottolineare l’urgenza del suo messaggio. ?Non c’è tempo.?

Il che non mi dice niente di più di quello che già sapevo. Non fa che ripetere questa storia del ?non c’è tempo? e sto cominciando a dare i numeri, soprattutto se penso a tutte le cose che stanno succedendo per le quali potremmo non avere tempo.

Non c’è più tempo per salvare i nostri compagni? Cyrus sta tornando a prenderci? La Corona sulla mia mano sta per autodistruggersi?

?Ma per che cosa non c’è tempo?? chiedo, senza nascondere la frustrazione nella voce. ?Che cosa sta per succedere??

Lui però non risponde. Ovvio che no, lui è sempre stato bravissimo a farmi preoccupare con le sue frasi allarmanti, ma senza mai fornire dettagli sui pericoli da cui mi metteva in guardia. Dalle gallerie quando sono arrivata qui a scuola, allo strano albero sul terreno della Katmere fino alla cella di prigione in cui ero rinchiusa con Hudson e Flint insieme a Remy e Calder, lui di consigli me ne ha dati parecchi. Solo che non mi spiega mai a che cosa si riferiscano o che cosa dovrei fare invece di quello che mi sta consigliando di non fare.

Suppongo che per certi versi potrebbe essere utile, ma per altri decisamente no.

Tipo adesso, quando mi porge il pezzo degli scacchi che raffigura la regina dei vampiri.

?Vuoi giocare a scacchi?? gli chiedo ignorando il pezzo che, noto solo adesso, ha una spiccata somiglianza con Delilah. Grazie, ma no. Ho già dato, e non sono interessata a ripetere l’esperienza. Soprattutto dal momento che giocare con i pezzi superstiti a forma di vampiro significa dover prendere anche il re. E non ci penso proprio ad avvicinarmi a Cyrus, neppure a una sua copia in marmo. ?Perché, in tal caso, io prendo i draghi.?

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