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Court (Crave, #4)(121)

Author:Tracy Wolff

Pur consapevole di quello che Cyrus sta cercando di fare – e cioè minare quel poco di sicurezza che mi è rimasto –, mi sento ugualmente la più grande perdente della terra. Perché ha ragione. Tutto ciò che ha detto è vero.

Dal primo giorno in cui sono entrata in questo mondo ho avuto l’impressione che qualcuno stesse giocando a scacchi con me. Eppure non ho sviluppato una strategia, non ho mai tentato di cambiare il gioco a mio favore. Ho sempre pensato soltanto alla mossa successiva, anche se con le migliori intenzioni. E adesso sono qui, in questa camera delle torture. Insieme a tutti i miei amici.

Con la mia scarsa lungimiranza e gli errori che ho commesso non ho portato solo me stessa alla rovina, ma anche tutte le persone che amo. Potrò mai rimediare? Ce la faremo a uscirne vivi?

Cyrus va verso uno scaffale pieno di oggetti dall’aspetto spaventoso. Resta fermo lì per un attimo, riflettendo su quale arma vuole usare su di noi. Alla fine sceglie due lunghe barre di metallo con le punte acuminate e il cuore inizia a battermi all’impazzata.

Non so a che cosa servano quegli affari, però l’istinto mi dice che non è niente di buono. Che ci siamo. Sono stata avventata e ora tutti soffriranno a causa mia.

Vorrei soltanto capire come impedirlo.

67

CHI SCHERZA CON IL FUOCO…

CYRUS si volta verso di noi con le barre di metallo strette in mano. Il suo sguardo incrocia quello di Hudson e, per un istante, vedo piacere nei suoi occhi. Gioia assoluta all’idea di farla finalmente pagare a Hudson per quello che gli ha fatto sul campo dei Ludares.

Inarca persino un sopracciglio mentre va dritto verso il mio compagno, come a sfidarlo a supplicare per la propria vita. Hudson non farebbe mai una cosa del genere, ma io sì. Se non fossi incatenata, mi getterei di fronte a lui e costringerei Cyrus a uccidere me così da concedere al mio compagno qualche altro prezioso momento per trovare il modo di fermarlo.

Ma sono ammanettata e non c’è niente che possa fare a parte guardare mentre Cyrus si ferma davanti a Hudson.

Ti prego, supplico l’universo. Ti prego, fa’ che non gli faccia del male. Fa’ che non faccia del male a nessuno dei miei amici. Non meritano di essere privati dei loro poteri, non meritano di morire per gli errori che io ho commesso. Ti prego, ti prego, ti prego.

?Da chi dovrei cominciare?? chiede Cyrus con lo sguardo fisso in quello di Hudson.

?Con me?, rispondo, cercando di parlare in tono fermo nonostante il terrore che mi dilaga dentro. Ti prego ti prego ti prego, fa’ che li lasci in pace. ?Mi ha appena fatto un bel discorsetto su tutto quello che era pronto a fare per catturarmi. Se sono così speciale, perché non inizia da me??

?Com’è quel detto che piace tanto agli umani? Forse sto ‘lasciando il meglio per ultimo’。?

?Sappiamo entrambi che io non sono il meglio?, gli dico. ?Sono solo quella che secondo lei è la più utile.?

?Non sei quella intelligente?? Il suo sorriso gelido mi mostra una bella porzione dei suoi canini.

?Ci provo?, rispondo, determinata a farlo parlare il più possibile. I miei amici, il mio compagno sono superfurbi e pieni di risorse, il che significa che più tempo riesco a tenere concentrata su di me l’attenzione di Cyrus, più tempo avranno per trovare il modo per uscire da questa situazione. ?E, comunque, perché? Cos’ho io di cui lei ha tanto bisogno??

Lui inclina la testa, come se stesse riflettendo sulla domanda o, più precisamente, sulla sua intenzione di rispondere oppure no. Poiché non posso permettermi che perda interesse per la nostra discussione, gli dico la prima cosa che mi viene in mente.

?Se è la Corona, averla non le servirà a niente. Occorre l’esercito dei gargoyle per attivarla e lei sa che sono scomparsi.?

?Oh, davvero?? Fa roteare le barre di metallo tra le mani, come se stesse riflettendo sul serio sulle mie parole. Ma il luccichio calcolatore nei suoi occhi racconta tutta un’altra storia e infatti mi chiede: ?Scomparsi non significa morti, non credi, Grace??

Mi si gela il sangue perché ha ripetuto parola per parola quello che mi ha detto la Dissanguatrice. Non poteva conoscere le parole esatte a meno che… a meno che qualcuno non gli abbia raccontato della nostra visita.

Ma chi?

Ti prego, no. Non può essere. Non può essere.

Guardo Hudson e mi rendo conto che anche lui è giunto alla mia stessa conclusione: non sapevo si potesse stare tanto male! Faccio comunque un elenco mentale di chi c’era nella grotta con noi quando la Dissanguatrice ha parlato dell’esercito.