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Court (Crave, #4)(142)

Author:Tracy Wolff

Sento un dolore acuto alle spalle per aver dovuto sollevare lo spadone innumerevoli volte. Ormai sono più di due ore che ci stiamo allenando e credo di avere finalmente capito i movimenti: solleva, ondeggia, schiva, para, evita di essere sbattuta a terra. Non fare figuracce. Ripeti.

Il sudore mi cola lungo la schiena, ma alzo per l’ennesima volta lo spadone mentre un altro gargoyle – una donna alta e bellissima di nome Moira con la pelle scura e una sfilza di orecchini ai lobi – fa ondeggiare il suo preparandosi a colpire. Mi obbligo a non sussultare quando le nostre spade si incontrano e impugno saldamente la mia finché le braccia smettono di vibrare.

Lei tira indietro la spada e stavolta la fa ondeggiare molto più in basso; istintivamente apro le ali e salto impedendole di centrare il bersaglio. Scendo di nuovo, roteo la spada e la blocco all’altezza della sua nuca.

?Wow!? urla Macy da bordocampo, dove si sta prendendo una pausa. ?Falli secchi tutti, Grace!?

Scuoto la testa leggermente imbarazzata dal suo entusiasmo, ma più che compiaciuta che qualcuno abbia notato che non sto andando malissimo, considerato che invece Chastain pare abbia ingoiato un boccone amarissimo. Ma, d’altronde, è tutta la mattina che guarda me e i miei amici con la stessa espressione disgustata… con un’unica eccezione.

Lui stravede per Isadora.

Con lei non ride e non fa battute come con altri membri dell’esercito dei gargoyle, ma di sicuro solo perché Isadora non capisce le battute. Però è un continuo lodare la sua forma fisica, la sua abilità con i pugnali (che, devo ammettere, è impressionante), la sua velocità.

E io lo capisco bene. Lei è una dura con tutti i suoi coltelli, ma è davvero così brava da meritare cinquanta complimenti all’ora? Specialmente considerato che sta dalla parte di Cyrus? So che bisogna tenersi i nemici vicini, ma tanto vicini da leccargli il sedere mi pare un po’ troppo per chiunque, persino per Chastain. Lui non sa che lei sta dalla parte di Cyrus, sussurra una vocina nella mia testa, tuttavia decido di mandare a quel paese il mio innato senso di giustizia. Mi fanno troppo male le spalle.

?Foster, vieni qui?, mi chiama Chastain, e sono così sorpresa che per poco non lascio cadere lo spadone beccandomi di conseguenza un’altra sfuriata, perciò lo tengo ben stretto mentre lo raggiungo.

?Cosa c’è?? chiedo. Devo ammetterlo, non è così che la maggior parte dei suoi soldati si rivolge a lui. Ma continuo a pensare a Nuri e a come si comporta lei. So che non sono una tosta come la regina dei draghi, però sto cercando di crearmi un’immagine da sovrana.

All’inizio lui non risponde. Mi guarda invece come se non riuscisse a credere che non sto strisciando ai suoi piedi. Neppure io riesco a crederci, in realtà. Ma io e i miei amici ci stiamo dando parecchio da fare per addestrare a turno l’esercito dei gargoyle. So che avrebbe dovuto essere soltanto un espediente per spiegare la nostra presenza alla Corte, ma quando abbiamo cominciato ad allenarci con i soldati, ci siamo guadagnati l’amicizia di alcuni di loro e tutta questa faccenda ha iniziato a trasformarsi in qualcosa di più.

Nel mio piano di distruggere Cyrus ho dimenticato una cosa: ero talmente concentrata su come usare l’esercito dei gargoyle per attivare la Corona e sconfiggere Cyrus che non ho pensato che fossero ben più che soldati. Ho dimenticato che fossero persone.

Era diverso quando non li conoscevo, quando non avevo combattuto, mangiato o parlato con loro. Erano entità senza nome, senza faccia, pezzi di una scacchiera da spostare, e non m’importava di perderne qualcuno in battaglia se significava battere Cyrus.

Ma ora a ogni persona che incontro, ogni persona di cui sono responsabile come regina, sono sopraffatta dalle domande, dalla preoccupazione. Trent sopravvivrà alla guerra? E Moira? E gli altri?

Guardo le centinaia di soldati sul campo che si allenano o bevono un sorso d’acqua, e non riesco a togliermi dalla mente le parole di Hudson.

?Muovi l’aria.? Le parole di Chastain mi strappano ai miei pensieri.

Lo squadro senza capire. ?Muovere l’aria?? domando, incerta su quello che mi sta chiedendo. ?Con cosa??

?Con il tuo potere?, mi risponde e sembra così scioccato che io l’abbia chiesto che la sua perenne irritazione gli scompare dalla faccia.

?Mi dispiace?, dico dopo esserci guardati con la stessa espressione sbalordita per diversi secondi. ?Non capisco.?

Mi scruta come se lo stessi prendendo in giro. Quindi solleva una mano e muove l’aria. Cavolo! Mi colpisce come un pugno proprio al centro dello sterno togliendomi il fiato. Rischio di crollare a terra, ma ricorro a ogni briciolo di energia che mi è rimasto per restare in piedi. Non ho intenzione di dargli la soddisfazione di mettermi ko. Non oggi, almeno.