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Court (Crave, #4)(183)

Author:Tracy Wolff

A questo punto Hudson sta ridendo sotto i baffi, e anche Macy e Eden. Persino sulle labbra di Flint aleggia un accenno di sorriso, e ne sono talmente felice che mi lambicco il cervello in cerca di una frecciatina da scagliare a Jaxon. Se una schermaglia scherzosa è quel che ci vuole perché Flint si senta di nuovo se stesso, anche solo per pochi secondi, sono dispostissima ad accontentarlo.

A Izzy, invece, a quanto pare, la cosa non sta particolarmente a cuore, perché taglia corto lo scambio di battute ringhiando: ?Questa rimpatriata è senz’altro emozionante, ma vi ricordo che mio padre sta aspettando il suo anello. Sempre che non vogliate rimandare e vedere che cosa succede. Se fossi in voi, eviterei?.

?è a questo che servono i portali?, le rammenta Remy. ?Possiamo essere alla Corte dei vampiri in meno di un minuto, chérie.?

?No?, ribatte lei con il suo preciso accento British, che contrasta in modo gradevole con la pronuncia strascicata e sexy dello stregone. ?Non ci sarà nessun portale. Si vola.?

Lui inarca un sopracciglio. ?Credevo che volessi fare presto.?

?Presto e bene, questo è quello che voglio?, ribatte lei.

?Ah, davvero?? Stavolta Remy inarca entrambe le sopracciglia e sulla sua faccia aleggia un sorriso insinuante. ?Lo terrò a mente.?

Lei alza gli occhi al cielo e fa un verso carico di disgusto. ?Come ti pare, ma scordati che ti permetta di aprire un portale per la Corte dei vampiri. Non ti conosco. Questa sera potrei ritrovarmi a vagare nel deserto invece di dormire nel mio comodissimo letto, e la prospettiva non mi piace affatto.?

?Per quanto mi affascini l’idea di farti provare la vita dei beduini?, replica lui, ?mi assicurerò che il portale ci depositi esattamente dove dobbiamo andare. Quanto alla tua più che evidente mancanza di fiducia nel prossimo… credo proprio che dovresti lavorarci sopra. Non tutti vogliono ucciderti o fregarti, sai??

E termina incurvando le labbra con aria maliziosa, come a sfidarla a provocarlo ancora. E io ho la sensazione che a Izzy stia per esplodere la testa. In senso letterale, intendo.

Di solito lei ti fa capire che è arrabbiata stringendo gli occhi o le labbra, ma in questo momento ha la faccia rossa, gli occhi ridotti a fessure e sono quasi certa di vederle uscire del fumo dalle orecchie. Questa ragazza è furiosa, e io temo per la vita di Remy.

Hudson deve aver avuto la mia stessa impressione, perché mentre avanzo leggermente per mettermi di fronte a Remy, lui si piazza davanti a me. Ora, per raggiungerlo, Izzy dovrà passare sui nostri corpi…

Non sto dicendo che non lo farà comunque, ma perlomeno abbiamo una remota possibilità di rallentarla prima che cominci la carneficina.

Alla fine, però, si accontenta di mettersi a braccia conserte e scoccargli un’occhiata di superiorità. ?Non aprirai nessun portale.?

?E tu credi di potermi fermare, chérie?? la provoca Remy.

?Ehi, amico, lei è un Sifone dell’Anima?, interviene Flint sottovoce. ?Non ci scherzerei tanto, se fossi in te.?

Remy scoppia a ridere. Una risata di gusto. Poi dice: ?Oh, be’, prova pure a rubare la mia magia, se ci riesci?.

Le volta le spalle, ignorandola, e rotea la mano per aria, tracciando una rapida curva. All’istante comincia a formarsi un portale. Izzy si dissolve al suo fianco prima che io abbia il tempo di sbattere le palpebre: alza una mano e la serra a pugno – proprio come aveva fatto Hudson per distruggere l’esercito degli scheletri – con l’intento, presumo, di strappargli via l’anima dal corpo.

Remy si limita a ridacchiare. ?Oh, be’, ci sarà da divertirsi.?

Izzy lo guarda a bocca aperta – come tutti noi, del resto – ma Remy è troppo preso a scoccarle un’occhiata da: Tutto qui quello che sai fare? per darci qualche spiegazione.

?è straordinario!? esclama Macy. ?Io in genere ci metto parecchi minuti ad avviare un portale. Tu invece hai agitato una mano e bam! Ecco fatto.?

Lo fissa, a metà tra l’affascinato e lo scioccato, e la capisco. I primi giorni che ho passato in prigione con Remy ho provato esattamente la stessa cosa, come se non riuscissi a credere che era reale.

?Ma come hai… Come p-puoi…? balbetta Izzy, e devo ammettere che è bello vederla rimanere senza parole, una volta tanto.

?Io faccio colazione a trecento metri da quattromila carcerati addestrati a uccidermi, quindi non creda di poter venire qui a sventolare un pugno nella speranza di farmi innervosire.? Non gli ho mai sentito un tono di voce così serio. Ha lo sguardo perso nel vuoto, e a un tratto ricordo quanto mi sono sentita impotente in quella cella con lui. Quanto ci sentivamo impotenti entrambi. Non c’è da stupirsi che ora la minaccia di Izzy lo lasci indifferente.