Home > Books > Court (Crave, #4)(190)

Court (Crave, #4)(190)

Author:Tracy Wolff

?Hai ragione, non lo sarà. Però sai, a volte con un cane rabbioso non c’è altra soluzione che sopprimerlo.?

?E voi riuscireste a farlo, se si rendesse necessario??

?Se riuscirei?? Cyrus inarca un sopracciglio. ?Ci proverei gusto. Anzi…?

Continua a parlare, ma non sento più perché improvvisamente una voce dall’ombra dice: ?Bene, bene, bene, guarda un po’ chi abbiamo qui. Ti diverti a spiarmi, Grace??

Mi balza il cuore in gola, battendo all’impazzata. Perché io quella voce la conosco, la sento spesso nei miei incubi ricorrenti.

Vuol dire che Cyrus – il vero Cyrus, non quello del ricordo – mi ha trovata.

Merda, merda, merda.

Non credo che sia passato abbastanza tempo.

E comunque, per quanto hanno parlato Cyrus e Miles? Venti minuti? Mezz’ora?

Di più? E questo nel tempo bloccato. Ma nel mondo reale?

Com’era la proporzione? Nel mondo bloccato il tempo passa sei volte più lentamente che in quello reale? O erano tre volte? In questo momento non riesco a ricordarlo.

Perché non riesco a ricordarlo?

?Pensi di rispondermi, Grace?? La voce di Cyrus è sommessa e sibilante, ogni sillaba è una minaccia che mi fa pulsare di panico le orecchie, che mi fa correre la paura nel sangue.

Che cosa faccio? Che cosa faccio?

?Non volevo spiare?, dico. ?L’ho semplicemente vista, tutto qui.?

Rifletti, Grace. Rifletti. Quanto tempo è passato?

Almeno mezz’ora, decido. è stata una conversazione lunga, e poi c’è stato tutto il camminare nel corridoio e il bere e il complottare e il bere… Sì, mi sembra che sia trascorsa mezz’ora. E quindi, a quanti minuti corrisponde nel mondo reale?

?Io sono molto cauto, Grace?, bisbiglia Cyrus, e il mio nome gli esce come un sibilo. ?La gente non può vedermi, a meno che non guardi con molta, moltissima attenzione. E lo sai che cosa facciamo alle spie, qui alla Corte dei vampiri??

Nella mia mente fa capolino un’immagine della madre di Macy, com’era l’ultima volta. La povera zia Rowena, rannicchiata in posizione fetale sul pavimento delle segrete. Piena di lividi, emaciata, con la mente sconvolta da anni e anni di tortura. Il solo pensiero aumenta la mia paura di un altro po’, anche se al tempo stesso mi accende di rabbia il ventre.

E quella minaccia, insieme alla sensazione di qualcosa di appuntito, come un coltello, che mi pungola lo stomaco, mi dice che non ho più tempo. Sfioro il filo verde e riporto entrambi nel mondo reale.

Peccato che, mentre ero via, il mondo reale è andato completamente a soqquadro.

106

LA CELLA

IO e Cyrus ci ritroviamo nelle segrete, circondati da urla e schiamazzi. Siamo ancora all’esterno della cella, proprio davanti alle sbarre, ma tutti gli altri si sono spostati, e non è che le cose siano migliorate.

A pochi passi da noi, Izzy incombe su Jaxon e Hudson, che sono stesi ai suoi piedi, terrei e semisvenuti. Tiene una mano posata su entrambi e, in preda all’orrore, la osservo prosciugare ogni briciola del loro potere.

Vorrei accorrere, però la verità è che c’è caos dappertutto e, ovunque guardi, vedo qualcuno dei miei amici che ha bisogno di aiuto. Remy e Calder stanno affrontando quello che sembra un intero squadrone di guardie vampiro, mentre Macy e Dawud – nella sua forma umana – sono alle prese con un gruppo di guardie della prigione.

Al centro del caos c’è la regina dei vampiri in persona, che credevo non fosse neppure a Corte al momento, intenta a strapazzare l’Ordine e Flint, scagliandoli per aria come se fossero bambole di pezza, mentre Eden è impegnata in una lotta all’ultimo sangue con un vampiro che non riconosco. Decido che è lei quella più in difficoltà, ma, prima che abbia il tempo di fare un solo passo, Delilah scaraventa Mekhi in direzione delle sbarre delle segrete.

Lui ci finisce contro con un thump nauseante e scivola a terra a faccia in giù. Quando colpisce la pietra con la testa, lancio un urlo e corro verso di lui, però Cyrus mi si para davanti. Mi afferra e mi solleva, tenendomi bloccata con i piedi a un metro da terra.

Tuffandomi le mani nei capelli, mi spinge la testa di lato, esponendo il collo. E poi lancia l’urlo più spaventoso e assordante che abbia mai sentito, da lui o da chiunque altro. ?Fermi tutti. Subito.?

La sua voce furiosa riecheggia tra i muri, il pavimento e il soffitto di pietra, invadendo ogni angolo delle segrete. Tutti si girano a guardare dalla nostra parte, e i miei amici si bloccano di colpo quando si rendono conto di quello che io sto appena cominciando a capire: che il mio collo vulnerabile è completamente alla mercé delle sue zanne.