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Court (Crave, #4)(214)

Author:Tracy Wolff

Ha perfettamente ragione: da quando sono arrivata alla Katmere, ho dovuto estorcergli le informazioni un pezzetto alla volta. Perciò le domando semplicemente: ?Che cosa non mi ha detto??

?Be’, immagino che tu finora non avessi idea che ho chiesto alla Megera la tisana per tenere nascosto il tuo gargoyle, vero?? Annuisco. ?Ma la magia non può essere imbrigliata e occultata troppo a lungo, per cui avevamo già deciso di mandarti alla Katmere e farti iniziare l’addestramento là, salvaguardata da Finn e dagli altri, darti l’appoggio e la protezione necessari per aiutarti a capire che cosa significhi essere il primo gargoyle in mille anni. Credo, però, che dopo la mia scomparsa tutti siano diventati più cauti e abbiano deciso di tenerti nascosta più a lungo.?

Faccio un grosso sospiro. Mi sento sollevata al pensiero che i miei genitori non avessero intenzione di celarmi una verità così fondamentale per tutta la vita.

?Però adesso che ho scoperto dalla Megera che sei la nipote della dea del caos, be’… Questo cambia tutto, Grace.? Mi guarda fisso negli occhi. ?La tisana ha nascosto anche quella parte della tua natura. E la magia del caos è… antica. Potente. E di sicuro è furiosa per essere stata tenuta prigioniera. Un giorno sarà più forte del tuo lato umano e del tuo lato gargoyle e potrebbe essere spaventoso per te.?

Mi sento stringere lo stomaco all’udire queste parole. Mi sono abituata al mio gargoyle, anzi, mi piace il mio gargoyle, ma la faccenda della semidea? Non mi piace affatto. Forse perché ho rischiato di uccidere tutti con il filo verde nella grotta della Dissanguatrice o forse perché non voglio diventare né come la Megera né come la Dissanguatrice. O magari soltanto perché ho paura.

Paura del potere. Della responsabilità. Di diventare ancora una volta qualcos’altro. Qualcosa di diverso. Qualcosa che credo non capirò mai.

?Cosa dovrei fare?? mi costringo a chiedere, anche se preferirei non conoscere la risposta.

?Quel tipo di magia antica, tramandata di madre in figlia, non può essere intrappolata per sempre… ed è un bene. Lasciala libera, Grace. Accettala. Abbracciala. Impara a usarla nel modo in cui dovrebbe essere usata.?

L’ansia che mi sto sforzando di tenere a bada aumenta a dismisura. Faccio un respiro profondo, cercando di calmarmi.

Stiamo soltanto parlando, mi ripeto. Niente è scritto nella pietra.

?Non so se riuscirò a farlo?, rispondo con sincerità. ?è difficile da controllare e non voglio combinare guai. E, soprattutto, non voglio fare del male a nessuno.?

?Arrendersi al potere che abbiamo dentro può sembrare spaventoso, tesoro, ma è l’unico modo per capire che cosa possiamo diventare e che cosa possiamo fare. E tu, mia cara nipote, sei in grado di fare molto più di quanto immagini. Abbraccia la tua magia e fatti abbracciare?, mi esorta zia Rowena. ?A volte un po’ di caos è quello che ci vuole.?

?Io non…? Mi interrompo perché ho la gola serrata, e fatico a respirare.

?Stai tranquilla?, mi rassicura la zia accarezzandomi la mano. ?Non volevo turbarti.?

?Non mi hai turbato?, le dico, anche se non è proprio vero. Però non è colpa sua se non riesco a controllare i miei poteri e, decisamente, non è colpa sua se non sono ancora riuscita ad accettare le varie sfaccettature del mio essere.

è evidente che non mi creda, eppure non aggiunge altro. Mi prende la mano e ammira il tatuaggio che arriva fino al gomito. Faccio per spiegarle che cosa significa, che cosa può fare e perché ce l’ho, ma probabilmente lei lo sa già. Perché ci poggia subito la mano sopra e chiude gli occhi. Pochi istanti dopo, sento un leggero calore corrermi lungo la pelle e, quando guardo in basso, il tatuaggio sta di nuovo brillando. Non con la stessa intensità di quando incanalo la magia proveniente da qualcun altro, ma decisamente sta succedendo qualcosa.

Mia zia ha notato il mio sguardo perplesso, però si limita a sorridere. ?Una piccola iniezione di magia in più non fa mai male?, mi dice stringendomi le mani. ?Te ne renderai conto quando ne avrai bisogno.?

E io mi ritrovo un’altra volta a soffocare le lacrime. Mia zia somiglia così tanto a Macy – generosa, gentile, sempre attenta ai bisogni degli altri – che mi sento ancora più in colpa al pensiero che abbia trascorso così tanti anni rinchiusa in una prigione di Cyrus. Anni lontana dalla sua famiglia che la adora e dal mondo che si è sempre sforzata di rendere un posto migliore.

?Grazie?, mormoro quando riesco a mandare giù il groppo che avverto in gola. ?Per tutto quello che hai fatto per me.?