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Court (Crave, #4)(217)

Author:Tracy Wolff

Incrocio le dita sperando che la porta del negozio non sia chiusa a chiave. Per fortuna si apre e, mentre entriamo, prego di riuscire a tenere tutti al sicuro.

Hudson si china su di me e mi sussurra all’orecchio: ?Ciascuno di noi fa delle scelte?.

So che ha ragione. Non serve a niente pensare al peggio. Ma mentre guardo quegli orribili alberi che sembrano usciti da un racconto dell’orrore, penso soltanto a quanto sarei felice di potermene andare di qui insieme ai miei amici.

è vero, non possiamo permetterci di perdere tempo con Cyrus che, proprio adesso, probabilmente sta guidando il suo esercito sulla Katmere, ma al cuore non si comanda. E, in questo momento, il mio cuore desidera avere qualche ora in più di pace.

Qualche ora per stare con Hudson prima di affrontare qualcosa che potrebbe separarci per sempre.

Qualche ora per stare con Macy e ballare sulle note di Watermelon Sugar.

Qualche ora per raccontare stupide barzellette insieme a Jaxon, volare con Flint o fare un milione di altre cose con Eden e Mekhi e il resto dei nostri amici.

Ma, all’improvviso, Tess entra nel negozio dalla porta sul retro e incrocia il mio sguardo.

Mi sorride mostrandomi i denti affilati e prende una caramella dalla coppa sul bancone. ?Stavo cominciando a pensare che non saresti tornata?, esordisce, giocherellando con l’incarto. ?E invece eccoti qui nel cuore della notte. Forte.?

?Abbiamo avuto parecchio da fare?, risponde Jaxon al mio posto.

Lei lo guarda per qualche istante come se fosse uno stupido moscerino, quindi torna a posare lo sguardo su di me. ?Allora, vuoi cominciare??

Devo schiarirmi la voce per far uscire le parole, ma rispondo: ?Sì. Cominciamo?.

?Va bene.? Infila la mano sotto il bancone e tira fuori una cartellina. ?Prima dovete firmare una liberatoria.?

è una cosa talmente assurda, date le circostanze, che per un attimo penso di aver capito male. Ma prima che io possa dire qualcosa, Macy sta già chiedendo: ?Vuoi farci firmare una liberatoria??

?Diverse, in realtà. Che coprono ogni cosa, dalla morte alla perdita accidentale di arti fino all’incapacità di annullare un incantesimo magico.? Apre la cartellina. ?Chi è il primo??

Guardo i miei amici, che sembrano tutti a disagio. ?Inizio io?, dico, avvicinandomi alla cassa dove Tess ci sta aspettando.

Però lei scoppia a ridere e chiude di scatto la cartellina prima che io possa guardarla. ?Vi stavo solo prendendo in giro per vedere se eravate davvero decisi stavolta. Perché dovrebbe servire una liberatoria? Tanto morirete comunque.?

Rimette la cartellina sotto il bancone e si volta. ?Seguitemi?, annuncia avviandosi verso la porta che abbiamo varcato l’ultima volta.

?Wow. Non è simpatica?? commenta Byron a bassa voce.

?Solo se ‘simpatica’ e ‘malvagia’ sono sinonimi?, ribatte Dawud senza preoccuparsi, come sempre, di abbassare la voce.

Tess si gira e sorride con dolcezza. ?La parte della ‘malvagia’ sarà in programma più tardi, ma, se volete, possiamo anticiparla un po’。?

Byron e Dawud sussultano. Tess spinge la porta ed entriamo nell’arena. Il suolo è fatto di erba e terriccio, come un campo sportivo, e tutto intorno ci sono enormi spalti di pietra. Al centro, c’è un calice dorato riccamente decorato e tempestato di diamanti su un piedistallo di marmo. Quando abbiamo visto l’arena la prima volta che siamo stati qui, ho avuto l’impressione che il campo fosse all’aperto (il che non aveva senso, dal momento che era sul retro del negozio, ma, be’, ci sono un mucchio di cose in questo mondo che non hanno senso)。 Però ora che ho un po’ più di tempo, sollevo gli occhi per guardare il cielo e mi rendo conto che non è affatto un cielo. C’è una specie di cupola sopra l’arena, illuminata dall’interno, che sembra quasi brillare di luce propria. è bellissima.

?Sì, è quello che pensavo.? Il suo sorriso è tagliente quanto uno dei coltelli di Izzy quando si volta, con la gonna che fruscia mentre cammina.

Oggi è vestita tutta in rosso invece che in nero: camicetta, gonna e stivali. Tutto tranne la cintura che le gira tre volte intorno alla vita, che è la stessa che indossava la volta scorsa. Cerco di non vedere il suo vestito come un presagio funesto (il nostro sangue che inonderà l’arena?), ma è difficile non pensarci. Specialmente perché gli spalti hanno già iniziato a riempirsi di paranormali.

?Come hanno fatto a sapere che stavamo venendo per la sfida?? chiedo, scioccata che si siano presentati così in tanti nel cuore della notte.