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Court (Crave, #4)(224)

Author:Tracy Wolff

Emette un ringhio basso di gola, però ubbidisce al mio ordine, afferrando un pezzo a mezz’aria con tale forza da buscarsi una zaffata di gas negli occhi come me prima.

In quel preciso istante, sento Hudson lanciare un grido di rabbia, o di paura – è difficile stabilirlo da questa parte del muro – che mi gela il sangue.

Dobbiamo finire questo maledetto puzzle il più in fretta possibile, ma mi interrompo ugualmente per cercare la bottiglia d’acqua nello zaino e darla a Jaxon. Faccio per tirargliela, però poi mi rendo conto che non vede niente – ha gli occhi rossi e irritati, pieni di lacrime –, così corro da lui e gli getto in faccia l’acqua che è rimasta. Evito di sottolineare che, in fin dei conti, so gestire benissimo la situazione, dal momento che sarebbe stato fregato se non ci fossi stata io.

Quando i suoi occhi tornano a vedere, riprendiamo a comporre febbrilmente il puzzle. Termino la mia parte della coppa prima che lui finisca lo stelo (a quanto pare, è vero che non ha mai giocato con i puzzle da piccolo), così lo raggiungo per aiutarlo.

Lui grugnisce di disappunto quando mi metto a sistemare i pezzi che ha già disposto nella coppa, ma stavolta lo ignoro. Intanto, gli schianti e le urla dall’altra parte del muro aumentano d’intensità.

Non sento le voci di Hudson e Macy da un paio di minuti. Sono terrorizzata. E se gli fosse successo qualcosa? E se…

?Concentrati?, sibila Jaxon mentre qualcos’altro si abbatte contro il muro, con una forza tale che il pavimento vibra sotto i nostri piedi. ?Prima finiremo, prima arriveremo da loro.?

?Lo spero?, mormoro tra i denti, però so che ha ragione, perciò afferro gli ultimi due blocchi – almeno spero che siano quelli giusti – e, ignorando il bruciore alle mani, li metto al loro posto.

In quell’istante tutto si ferma.

Dall’altra parte del muro non provengono più suoni.

Da questa parte non cade più nessun masso dal cielo.

Il blocco che avevo sfiorato accidentalmente non dà più la scossa e neppure quello che Jaxon sta toccando adesso.

Ci fissiamo con gli occhi sgranati. Immagino che lui si stia facendo la mia stessa domanda… Che cosa accadrà adesso?

La risposta arriva dopo pochi secondi: il muro di pietra comincia ad abbassarsi e a rientrare nel terreno.

127

OLTRE IL MURO

I DIECI secondi successivi, mentre aspetto di vedere se ci riuniremo agli altri, sono i più snervanti della mia vita.

Quasi tutte le persone a me care, oltre a Jaxon e ai miei zii, sono dall’altra parte del muro. Devono stare bene, ne ho bisogno.

Questa faccenda delle prove è orribile e non mi meraviglio che sia così difficile superarle, se questo era solo il primo livello. Perché la cosa più brutta non è stato il dolore che io e Jaxon abbiamo dovuto sopportare per colpa di quei malefici mattoni, ma il sentire, senza poter vedere, quello che accadeva al di là della parete.

Ogni volta che mi sembrava di aver trovato la soluzione, qualcuno dall’altra parte urlava. Io allora mi deconcentravo e non riuscivo a pensare ad altro se non a quello che stava succedendo ai miei amici, dimenticando tutto il resto. è stato orribile. E questo è solo il primo round. Non posso immaginare che cosa ci aspetta ora.

Accanto a me, Jaxon sta dondolando sui talloni in preda al nervosismo. A quanto pare, non sono l’unica che attende con ansia di sapere che cosa troveremo di là.

Alla fine, il muro scompare e l’arena ritorna a essere un grande cerchio. Io e Jaxon ci precipitiamo verso gli altri… che se ne stanno fermi là, con gli occhi sgranati per lo shock… e ricoperti di fango da capo a piedi.

Sono dieci, li conto in un baleno, il che significa che sono sopravvissuti tutti a ciò che è capitato, qualunque cosa fosse.

Corro verso Hudson, o meglio, lui viene da me, perché si dissolve al mio fianco appena mi vede.

Mi getto tra le sue braccia e lo stringo forte, fregandomene del fango. ?Stai bene?, dico, premendo la guancia contro la sua. ?Stai bene, stai bene, stai bene.?

Lui non parla, ma mi stringe come se fossi tutto il suo mondo e io ricambio l’abbraccio, perché è lo stesso per me.

?Cosa vi è successo?? chiede staccandosi da me. ?Ti ho sentito urlare e…?

?Era un puzzle. Dovevamo fare un puzzle con dei mattoni magici. Non era niente di che.? Lo squadro da capo a piedi per assicurarmi che stia bene. ?Cos’è capitato qui??

?Nue?, dice Macy correndo ad abbracciarmi. ?Decine e decine di nue.?

?E cosa sono?? domando, dispiaciuta di conoscere così poco del mondo paranormale.