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Court (Crave, #4)(23)

Author:Tracy Wolff

Mi molla la mano prima che possa dirgli che non ho idea di chi sia mia nonna. E subito dopo mi sento cadere, cadere, cadere, anche se i miei piedi non si staccano dal terreno.

Qualche istante dopo sono di nuovo alla Katmere, con il pezzo degli scacchi in mano e Alistair seduto di fronte a me. Ma il re dei gargoyle è sparito e al suo posto c’è la Bestia Invincibile, molto confusa e molto turbata.

?Non c’è tempo?, gracida alzandosi. ?Io trovare mia compagna.?

E poi corre all’ingresso, spalanca il portone e vola via.

Rimango a guardarlo a bocca aperta. Be’, non era proprio quello che mi aspettavo. Di vederlo volare via, per non parlare di quello che è successo prima. Forse sto ancora dormendo. O forse ho soltanto avuto un’allucinazione. Mi spiego, vederlo volare via è più ragionevole dell’idea di avere in qualche modo trasportato me e la Bestia Invincibile – no, cancella, Alistair, l’ex re dei gargoyle – alla Corte dei gargoyle.

Ma poi abbasso gli occhi e mi accorgo di portare ancora al dito l’anello verde e oro.

Fisso i pezzi degli scacchi abbandonati e mi si torce lo stomaco. Ci sono altri come me, altri gargoyle. E adesso?

Adesso mi sento esattamente come quando mi avevano detto che ero l’ultimo gargoyle esistente: completamente sola.

14

R.I.P.

SARò anche sola, ma c’è ancora moltissimo da fare, perciò raccolgo da terra lo zaino e torno in camera di Hudson. Se si è svegliato mentre non c’ero e non è riuscito a trovarmi, probabilmente a quest’ora starà dando i numeri. E, ancora più probabilmente, a questo punto avrà fatto impazzire anche tutti gli altri.

Ma non posso biasimarlo. Se lui – o chiunque degli altri – dovesse sparire nel bel mezzo di questo casino, sarei la prima a rivoltare la Katmere come un calzino per trovarlo. Sono giorni pericolosi, questi, e mi sento davvero in colpa di essere sparita in quel modo per andare alla Corte dei gargoyle.

Con l’intenzione di calmare Hudson – nel caso in questo momento stia mettendo a soqquadro la Katmere per cercarmi – tiro fuori il cellulare per scrivergli che sto bene… e scopro che io e Alistair siamo stati via solo per cinque minuti. Ed è incredibile, considerato tutto quello che abbiamo visto alla Corte dei gargoyle. Cioè, soltanto lo scontro tra Alistair e Chastain è durato ben più di cinque minuti. Eppure, stando al display del mio telefono, ne sono passati soltanto otto da quando sono sgattaiolata fuori dalla mia camera per non svegliare Macy.

Davvero strano.

Mi guardo di nuovo il dito. E di nuovo il gigantesco smeraldo ammicca alla luce delle applique nere a forma di drago infisse nelle pareti.

Strano da mettere i brividi.

Sto per scrivere comunque a Hudson – prevenire è meglio che curare –, ma in quel momento mi arrivano una serie di messaggi sul cellulare. Immagino che sia lui che vuole sapere se va tutto bene, e invece mi stupisco di vedere che sono di Jaxon, che scrive sulla chat di gruppo per avvertire che i genitori di Luca sono arrivati con qualche ora di anticipo sul previsto.

Mi toglie il fiato il pensiero che stia succedendo davvero, che da quest’incubo non potremo svegliarci per quanto lo desideriamo. Non posso sapere esattamente che cosa stanno passando i genitori di Luca, ma un’idea ce l’ho, e mi fa stare male. Mi fa stare male l’idea di ritrovarmi di nuovo al punto di partenza nonostante tutto quello che è successo negli ultimi sette mesi.

Però non è il momento di pensare a me stessa, ma di pensare a loro, a Luca. E farmi venire un attacco di panico non servirà a niente e a nessuno. Devo trovare il coraggio e andare a riceverli. Devo farlo per Luca, per Jaxon, per Flint.

Mi avvio verso l’ingresso della Katmere e, quando arrivo, vedo un uomo e una donna varcare la soglia, i volti inespressivi, ma gli occhi pieni di dolore e increduli.

Jaxon è già nell’atrio, e con lui ci sono Mekhi, Byron, Rafael e Liam. La cosa non mi sorprende: l’Ordine ha sempre avuto la capacità soprannaturale di sapere dove si trovano gli altri e quando c’è bisogno di loro.

Però c’è una cosa che mi stupisce, ed è vedere Jaxon tanto risoluto quando si fa avanti per accogliere i genitori di Luca. Per essere uno che meno di dodici ore fa era praticamente morto, sembra davvero in forma, pur considerando la capacità della maggior parte delle creature paranormali di guarire in fretta.

Le occhiaie, che nelle settimane scorse sembravano ogni volta più grandi, sono sparite di colpo. L’incarnato è passato dal grigio malsano di quando stava perdendo l’anima a un colore caldo che gli dà un’aria più vivace. E persino il suo corpo, che da snello stava diventando scarno, si è riempito nelle ultime ventiquattr’ore.

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