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Court (Crave, #4)(24)

Author:Tracy Wolff

Lo vedo tendere una mano prima al padre di Luca e poi alla madre e, in mezzo alla tristezza e alla nausea, dentro di me si fa strada un lieve accenno di sollievo perché, per la prima volta dopo moltissimo tempo, pare che Jaxon stia davvero bene. E per me questo significa tutto.

?Mi dispiace tanto?, sta dicendo. ?Non ho saputo proteggerlo…?

?è colpa di tutti noi?, lo interrompe Mekhi con gli occhi pieni di amarezza. ?Era nostro fratello e non siamo riusciti a salvarlo. Sono dispiaciuto dal più profondo della mia anima.?

Ogni membro dell’Ordine si fa avanti per esprimere di persona lo stesso dolore. I genitori di Luca rispondono ogni volta con un cenno del capo. Dai volti della madre – a parte le lacrime che le rigano le guance – e del padre non traspaiono altre emozioni. Non so se sia una consuetudine tipica dei vampiri, ma il loro atteggiamento controllato rende le cose un po’ più facili… e un po’ più difficili.

A parte accettare le scuse dell’Ordine non aggiungono altro, ma neanche li accusano di niente. Si limitano a fissare i cinque vampiri con occhi tristi e attenti. Non so che cosa stiano cercando, e neppure se lo abbiano trovato. So soltanto che il loro silenzio mi sta innervosendo molto, e all’improvviso mi fa tornare in mente tutte le preoccupazioni che Hudson aveva manifestato nei loro riguardi.

Hudson arriva nel momento in cui Liam sta esprimendo tutta la propria amarezza, e ne avverto la presenza prima ancora di vederlo. L’aria nella stanza muta, e mi giro verso di lui un istante prima che mi cinga la vita con un braccio. ?Stai bene?? mormora, notando che mi sono cambiata e ho lo zaino in spalla.

?Per quanto possibile?, rispondo abbandonandomi contro di lui per poi voltarmi di nuovo verso i genitori di Luca.

?Lui dov’è?? chiede alla fine il padre, e sono le prime parole che pronuncia da quando è arrivato. è alto e snello, com’era suo figlio. è evidente da chi abbia preso Luca, anche se, in questo momento, l’uomo appare sfinito, con gli occhi incavati e il volto teso.

?L’abbiamo messo in una delle salette studio?, risponde Jaxon, voltandosi poi per fare strada lungo il corridoio.

?Una saletta studio?? ripete la madre, lasciando trasparire l’orrore, seppur pacato, dalla voce.

E posso capirla, davvero. Detta così, non sembra il luogo più rispettoso in cui mettere il corpo del figlio.

Però consideriamo un attimo i fatti. La Katmere è un disastro, e va da sé che le scelte di Jaxon fossero limitate. E, comunque, essendo questa una scuola, e non un edificio governativo, non è che avessimo poi così tante alternative anche quando la Katmere era ancora in piedi. Senza contare che l’intero staff, tranne Marise, è stato rapito. O peggio.

Jaxon lo sa bene, però non difende la propria scelta, anzi abbassa le spalle alle parole dei genitori di Luca. E, per quanto mi riguarda, questa è una prova ulteriore di quanto sia una bella persona. Alla fine, i genitori di Luca lo seguono, e noi facciamo altrettanto. Prima l’Ordine, poi io e Hudson. Avanziamo in un silenzio solenne e, a metà corridoio, ci raggiungono Eden e Macy.

Alle nostre spalle, Eden sussurra: ?Dov’è Flint??

?Non lo so. Pensate che stia dormendo?? chiede Macy.

?Credo che il problema sia un altro?, risponde Hudson cupo. ?è più probabile che non riesca a scendere. Vado a vedere se posso…?

Si interrompe bruscamente quando Flint, in forma di drago, arriva in corridoio volando, le stampelle strette tra gli artigli anteriori e le ali ripiegate per non colpire le pareti. è una visione talmente inaspettata che ci blocchiamo tutti di colpo.

Tranne la madre di Luca, che lancia un urlo sorpreso quando lui sorvola le nostre teste, fa una rapida inversione a U e atterra proprio alle nostre spalle.

15

TU QUOQUE, MARISE?

FLINT luccica per un momento prima che il suo drago scompaia in una pioggia di scintille variopinte. Qualche istante dopo, è in piedi davanti a noi in forma umana.

Dire ?in piedi? è senz’altro un’esagerazione, considerato che si regge sull’unica gamba e barcolla nel tentativo di accovacciarsi per prendere le stampelle. Borbotta una serie di imprecazioni a mezza voce e io corro da lui per evitare che cada a faccia in giù in un momento già così triste.

Ma Jaxon mi precede, raccogliendo le grucce di Flint con una mano e tendendogli l’altra per sorreggerlo.

Flint china la testa per afferrare le stampelle, ma a nessuno sfugge che ha le guance in fiamme per l’imbarazzo. Vorrei andare da lui, dirgli che va tutto bene, però è evidente che vuole essere lasciato in pace. Perciò rispetto il suo desiderio, e gli altri fanno lo stesso.

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