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Court (Crave, #4)(236)

Author:Tracy Wolff

?Macy!? grido, cercando di mantenere il più possibile la calma. ?Potresti uscire da sotto il tavolo? Non c’è niente di cui avere paura.?

?Invece sì!? strilla con le lacrime agli occhi. ?Oddio, è talmente brutto, Grace! Talmente brutto!?

?Devi alzarti, Macy. Non guardarti in giro, ti prometto che nessuno ti farà niente, ma vieni qui. Ho bisogno di te.?

?Ti farà del male!? grida. ?No, non fare del male a Grace!?

All’improvviso, lancia un incantesimo del fulmine contro me e Hudson. Gli do uno spintone per allontanarlo dalla traiettoria del lampo – non vorrei che, per scansarlo, balzasse indietro e ci finisse proprio in mezzo –, così mi ritrovo con un paio di centimetri di capelli bruciacchiati.

Mia cugina continua a piagnucolare, però, finalmente, esce da sotto il tavolo.

E adesso che cosa sta succedendo? A un tratto, si sente il sibilo di un forte vento che spazza l’arena.

Mi guardo intorno per capire da dove venga, ma nessuno l’ha avvertito. Nessuno a parte Hudson, che mi sta guardando come a dire: Ci siamo.

In quel momento, però, Flint gli balza addosso all’improvviso, cercando di strappargli gli occhi.

Guardo Hudson agitare le braccia e indietreggiare per allontanarsi da lui e l’unico pensiero che mi viene in mente è che se Flint non morirà per le prove, potrebbe essere ucciso da Hudson… ammesso che lui capisca come far funzionare gli arti.

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E VAI DI MOONWALK!

?CHE cos’è questo rumore?? chiedo a nessuno in particolare quando il sibilo del vento aumenta di intensità.

?Grace! Attenta!? urla Macy. ?Ti prenderà!? Non mi preoccupo neppure di guardarmi intorno.

?Aibbas id atsepmet!? mi risponde Hudson. Ce l’ha fatta finalmente a staccarsi da Flint, che ora è in un angolo a chiocciare irritato, e sta correndo da me il più velocemente che può, considerato che avanza mettendo un piede dietro l’altro in una versione stranamente scoordinata del moonwalk.

?Aibbas id atsepmet?, ripeto, cercando di mettere in ordine le lettere. ?Atsepmet… Tempes-?

?Tempesta di sabbia!? urla Dawud. Riesce in qualche modo a trascinare via Macy dal tavolo su cui è appena salita usando solo il braccio sinistro. Ma quando tenta di ribaltarlo, sempre utilizzando solo il braccio sinistro, l? guardo come per dire: Che cavolo stai facendo?

?Ci serve qualcosa per ripararci?, risponde e, dal momento che ha trascorso la maggior parte della vita nel deserto siriano, sono propensa a seguire il suo consiglio.

Così passo all’azione e rovescio il tavolo al posto suo, poi faccio un passo indietro per consentire a Remy – che, mentre eseguiva una serie di piroette, ha ascoltato la nostra conversazione – di spingerlo con le gambe contro la parete servendosi della magia, in modo che possa fornirci una barriera contro la sabbia che ha appena iniziato a soffiare nell’arena.

?Dobbiamo nasconderci lì dietro!? mi dice Dawud.

?Riesci a portarci Macy?? chiedo indicando mia cugina che sta lanciando incantesimi a Dio solo sa cosa. ?Io prendo gli altri.?

?Mettiti la maglietta sulla bocca?, mi urla mentre corro. ?Fungerà da filtro contro la sabbia!?

Faccio come dice e mi precipito verso il centro dell’arena. Remy è arrivato piroettando da Calder, che si è finalmente trasformata in manticora, ma si muove ancora solo al rallentatore: se la situazione non fosse così tragica, sarebbe la cosa più buffa che abbia mai visto.

Confido che Hudson troverà un sistema per raggiungere il tavolo camminando all’indietro, per quanto bizzarro potrà sembrare, perciò non mi resta che trarre in salvo Baby Mekhi e Flint il Pollo.

?Flint! Andiamo!? urlo mentre il vento si intensifica e nel contempo cerco di convincere Mekhi a smettere di succhiarsi il pollice e a prendermi la mano.

Questa volta il chicchirichì di Flint non suona infastidito ma pieno di terrore, infatti non prova nemmeno a resistere quando lascio Mekhi dietro il tavolo e corro ad afferrare lui. Adesso la tempesta sta spazzando l’arena e la sabbia mi frusta la faccia, finendomi negli occhi.

?Tirati su la maglietta!? urlo a Flint, ma è inutile. A quanto pare, ai polli non piace coprirsi la faccia.

Aumento l’andatura cercando di tenere la testa bassa. Ora, però, la visibilità è talmente ridotta che ogni tanto sono costretta a guardare dove vado per accertarmi di non finire dalla parte sbagliata dell’arena. Con il vento che mi spinge così forte, potrebbe benissimo succedere.

E a un certo punto una folata particolarmente intensa spazza il posto e minaccia di gettarci a terra. Flint si spaventa a tal punto che mi salta in braccio senza preavviso, avviluppandomi con tutto il suo metro e ottanta mentre continua a chiocciarmi nelle orecchie a pieni polmoni.