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Court (Crave, #4)(237)

Author:Tracy Wolff

Nessun problema, ovvio, dato che non sono in forma di gargoyle al momento, e che il pollo-drago pesa almeno il doppio di me.

Avanzo barcollando per qualche passo, ma poi finisco per lasciarlo cadere. Flint non è contento di atterrare sul sedere poco pollesco e me lo comunica chiocciando irritato, quindi comincia a girarmi intorno agitando le braccia.

A forza di lusinghe – e di minacce di metterlo in pentola per farci il brodo – alla fine riesco a trascinarlo fino al tavolo rovesciato. Si sistema lì dietro insieme a Macy, Mekhi, Calder e Dawud, ma quando dico a Remy e Hudson di sbrigarsi, entrambi mi guardano offesi.

?Non ho tempo di discutere!? esclamo. ?Mettetevi là dietro e lasciate che ci pensi io!?

Hudson mi guarda come per dirmi di scordarmelo, mentre Remy si allontana di nuovo eseguendo fouettés per tutta l’arena. O almeno una specie di fouettés, dato che è completamente privo di talento, non ha mai studiato danza e in questo momento sta soffiando un vento assurdo.

E maledizione. Maledizione! Perché gli uomini devono essere sempre così testardi? Capisco che vogliano essere d’aiuto, e in circostanze normali ne approfitterei più che volentieri. Ma non c’è niente di normale in questa storia e finiranno per farsi uccidere, o far uccidere noi, con la loro testardaggine. E la cosa non mi sta affatto bene.

Solo che quando mi giro vedo la tempesta di sabbia che sta per piombarmi addosso con tutta la sua furia. Devo ammettere che sono più che un tantino spaventata… Enormi nuvole occupano ora lo spazio per intero e il vento è talmente forte che la sabbia che mi investe mi lascia dei segni sulla pelle.

Con la vaga idea di tentare di ricacciarla indietro, corro verso il lato opposto dell’arena, dove si trova Remy. Sono a metà strada quando la tempesta mi raggiunge.

La maglietta sulla bocca non riesce a proteggermi dalla sua furia e boccheggio mentre tento di avanzare. è davvero dura, però, non solo perché il vento continua a spingermi indietro, annullando ogni mio sforzo, ma perché non vedo quasi nulla nell’inquietante luce rossa che avvolge ogni cosa ed è tremendamente disorientante.

Sapevo in che direzione stavo andando quando ho cominciato a correre, però tra il vento e la sabbia posso solo sperare di essere ancora diretta dalla stessa parte.

Alla fine colpisco un muro. Non lo vedo, ma sento la pietra ruvida contro il palmo della mano e mi auguro con tutto il cuore di essere nel posto giusto. Mi volto, abbasso la testa, chiudo gli occhi, che ora mi bruciano terribilmente, e cerco di radunare ogni energia che mi è rimasta per combattere questa cosa.

E poi il vento cessa. Si interrompe di punto in bianco, e tutta la sabbia cade a terra.

Il che potrebbe essere una coincidenza fortunata, oppure terrificante, non ho ancora deciso.

?Perché si è fermata?? chiede Remy mentre fa un arabesque abbastanza decente.

?Non ne ho idea?, mormoro guardandomi intorno nel disperato tentativo di capire che cosa sta succedendo. ?Forse hanno risolto l’enigma??

Però, mentre lo dico, sento un rumore acuto dall’altra parte del muro, come di qualcosa di pesante che gratta contro la pietra.

?Decisamente non è finita.? Remy fa un inchino.

Per un istante credo che la pozione abbia finalmente esaurito il suo effetto. Ma poi esegue un faticoso coupé jeté con gli scarponcini, perciò forse non è così…

?Aibbas al adraug!? esclama Hudson all’improvviso. Indica a terra mentre cerco di decifrare il suo messaggio.

?Che cos’ha che non va la sabbia?? chiedo non appena lo capisco, già terrorizzata. Stiamo per essere attaccati dalle pulci della sabbia, o da qualcosa di peggio?

Però a me la sabbia sembra normalissima. Il vento è cessato del tutto, quindi è semplicemente immobile ai nostri piedi.

?Elas!!? grida Hudson, chinandosi e ficcando un dito nella sabbia. ?Ecarg, odnelas ats!?

?Sto salendo? No. I miei piedi non si sono mossi.?

Poi però guardo il suo dito ancora conficcato nella sabbia e mi rendo conto che ha ragione, perché la sabbia che prima gli arrivava a metà del dito ora ha ricoperto tutto il palmo.

?Oh, merda?, mormoro quando finalmente capisco. L’intera arena si sta riempiendo di sabbia. E noi non abbiamo via di scampo.

137

SABBIATURE

?DOBBIAMO andare dagli altri!? urlo quando finalmente mi rendo conto di che cosa sta succedendo.

Hudson scuote la testa, immagino per annuire. Appena comincio a correre, però, lui fa quattro passi indietro. Ovviamente.

Mi volto per aiutarlo, ma lui annuisce e grida: ?Iav! Iav!?