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Court (Crave, #4)(275)

Author:Tracy Wolff

Sicura che il mio compagno si sbarazzerà del vampiro, accorro in aiuto di Calder. Senza fermarmi, mi chino ed estraggo dal terreno le radici di un albero, quindi me ne servo come di una frusta per colpire la nuca del vampiro.

Questo crolla di schianto e Calder si gira all’istante mirando al lupo con i suoi artigli di leone. Il lupo ringhia, e questa volta, quando si avventa su di lei, riesce a lacerarle il bellissimo viso con gli artigli.

Calder sobbalza sdegnata, poi gli si getta addosso con un ringhio. Ma il suo avversario è pronto a reagire e un altro artiglio le squarcia il petto mentre cerca di pungerlo con la coda. Il lupo è enorme, e devo usare tutte e due le mani per cercare di frustarlo con le radici.

A quel punto Remy si volta e lo affronta a mani nude. Sanguina ed è palesemente più debole del solito, ma è appena riuscito a far fuori due vampiri. Quando il lupo si lancia su di lui, Remy gli scaglia contro un incantesimo che lo trasforma in topo.

Qualche istante dopo, un altro lupo lo divora. Remy lascia che faccia merenda e poi si occupa anche di lui, spedendolo in cima all’albero più vicino. Corro da Calder per esaminare le sue ferite, però un lupo mi precede e le afferra le gambe nel placcaggio più goffo del mondo. Eppure funziona, perché Calder cade a terra. A questo punto le rifila un uppercut violentissimo che la getta all’indietro.

Mi sento invadere dalla rabbia. Spicco un balzo in aria, come mi hanno insegnato durante l’addestramento, e gli assesto un calcio con tutte le mie forze. Il colpo lo centra al mento, cogliendolo di sorpresa e facendolo barcollare.

A quel punto gli do un altro calcio in faccia. Stavolta cade a terra e non si muove più.

Anche Calder è stesa al suolo e ha ripreso la forma umana. Tiene una mano sulla guancia ferita e cerca di rialzarsi, ma è in difficoltà. Sembra che le gambe non la reggano.

Confidando che Hudson, Remy, Dawud, Mekhi e Macy terranno alla larga i lupi per qualche minuto, mi inginocchio al suo fianco e raccolgo un po’ di terra. La vecchia Grace non si sarebbe mai sognata di strofinare del fango su una ferita aperta, però la vecchia Grace non aveva i poteri risanatori che provengono dalla terra. è tutto relativo.

Abbasso la sua mano tremante, la guardo nei bellissimi occhi castani e le premo la terra sulla ferita, poi la copro con il palmo e incanalo una tonnellata di energia dentro di lei.

In confronto ai tentativi – peraltro falliti – di curare la gamba di Flint e il cuore di Jaxon nel corso dell’ultima battaglia, questo è un gioco da ragazzi. Basta un minuto o poco più perché la pelle di Calder si rimargini e un altro perché le cicatrici si riducano a linee rosa che spariranno da sole in pochissimo tempo.

Però quella non è l’unica ferita, perciò impiego ancora un paio di minuti a sistemarle le costole spezzate e i tendini lacerati di una spalla. Ci sono altri danni, ma più lievi, e ora che non soffre più come prima, scalpita per tornare a buttarsi nella mischia.

Il che è un bene, perché non appena mi scosto da lei, Jaxon si accascia sul prato, ridotto a un mucchio di scaglie di drago e sangue. Ho appena il tempo di capire quel che è successo che il terreno comincia a tremare.

158

TORNA NELLA TUA GABBIA (TORACICA)

?JAXON!? urlo scavalcando un paio di vampiri furibondi nel tentativo di raggiungerlo in fretta.

Il suo drago è steso su un fianco, il corpo immenso scosso dai tremiti. Non so se sia perché è ferito gravemente o solo perché è rimasto senza fiato, perciò gli poso una mano sulla spalla per cercare di capirlo.

?Jaxon?? chiamo accovacciandomi accanto a lui. ?Stai bene? Dove ti fa male??

Non risponde, non apre neppure un occhio né muove la testa per farmi capire che mi ha sentito.

Non so come si controlli il polso di un drago, però mi accorgo che respira. O perlomeno, mi pare. è un po’ difficile concentrarsi mentre Flint sta facendo fuori ogni paranormale che gli sbarra la strada per raggiungere Jaxon.

Mi sforzo di ignorare le grida che lancia nel disperato tentativo di arrivare fin qui e passo il palmo di una mano sul fianco di Jaxon, scendendo verso l’anca. Quando gli tocco le costole trema di nuovo, perciò torno indietro e tasto ancora un po’ il punto dolente.

Questa volta si muove in modo convulso, si agita e si rannicchia su se stesso nel tentativo di evitare il dolore.

?Va tutto bene?, lo conforto, invasa dal sollievo. Credevo che fosse grave come l’altra volta, sull’isola della Bestia Invincibile. Invece sta bene. è ferito, ma sta bene. Gli appoggio la mano sul fianco, subito sotto la zampa anteriore destra. ?Mi prenderò cura di te, Jaxon. Te lo prometto.?