Home > Books > Court (Crave, #4)(276)

Court (Crave, #4)(276)

Author:Tracy Wolff

Annuisce cauto, il primo segno che dà di essersi accorto della mia presenza, a parte i fremiti di dolore.

?Questa costola ti fa male?, dico ripassando sul punto incriminato. ?E le altre?? Scendo con la mano sulla seconda e poi la faccio scorrere per tutta la lunghezza dell’immenso osso di drago.

Si irrigidisce e, quando premo, gli sfugge un gridolino. La terza e la quarta costola non suscitano reazioni, ma non so come sia messo l’altro fianco, e in questo momento preferisco non muoverlo per non correre il rischio di peggiorare le cose.

Alzo lo sguardo e vedo che Hudson si è piazzato a un lato del fratello e Remy dall’altro, per respingere chiunque venga verso di noi, mentre Eden, Calder, Mekhi, Dawud e Macy tengono a bada i nemici più lontani.

Flint, invece, per venire da Jaxon ha abbattuto da solo dieci membri della Guardia dei vampiri e ha dato fuoco a chiunque abbia incontrato sulla sua strada.

Qualche secondo dopo atterra accanto a me in forma umana. ?Che cosa posso fare? Che cos’ha che non va??

Sentendo la sua voce, Jaxon si irrigidisce e abbandona la sua forma di drago in un baluginio di scintille multicolori.

?Dov’è che ti fa male?? gli domando non appena torna umano. Perché curare un drago non è impossibile, ma preferisco di gran lunga avere a che fare con un essere in grado di parlare.

?Le costole?, dice a denti stretti e poi si mette a sedere a fatica.

?Ma che cavolo?? ringhia Flint dando un’occhiata all’altro fianco. ?Perché non hai…?

?Oh, non cominciare?, sbotta Jaxon, e si sposta in modo che io possa vedere meglio l’orrendo squarcio che gli attraversa le costole. è sempre stato un paziente terribile.

?Sembra una puntura?, gli dico attingendo alla terra per incanalare la magia risanatrice nella ferita e arrestare l’emorragia. Però impiego più tempo che con Calder, perché questa è molto più profonda. Arriva fino all’osso. ?Quando sarà tutto finito, dovrai farti un’antitetanica con i fiocchi?, aggiungo per distrarlo mentre mi spingo più dentro per risanare i tessuti dall’interno.

?I vampiri non prendono il tetano?, ribatte con una risata dolente.

?A quanto pare, i vampiri hanno proprio tutte le fortune?, scherzo usando quel che resta della sua t-shirt per tamponare il sangue. Ce n’è moltissimo.

Non credo che sia una ferita letale, però non ho mai visto Jaxon così disponibile a starsene tranquillo e lasciare che qualcuno si occupi di lui, e la cosa, se devo essere sincera, mi spaventa a morte. Cerco di capire se ci sono danni oltre a quelli alle costole.

Flint, che non ha più aperto bocca da quando Jaxon lo ha rimbrottato, si sfila la maglietta e me la porge. ?Tieni, usa questa.?

Jaxon si irrigidisce. ?Sto beniss…?

?Non stai bene per niente?, lo zittisco io premendogli la maglietta sulla ferita con tutta la delicatezza possibile. ?E adesso piantala con queste stronzate da macho e lasciami fare il mio lavoro.?

?Appunto?, mi dà manforte Flint con un sogghigno dolce e molesto allo stesso tempo. ?Piantala con queste stronzate da macho.?

Per un attimo sembra che Jaxon voglia farlo a pezzi, ma poi sbuffa e si sdraia per lasciarmi fare.

Grazie, dico a Flint mimando la parola con le labbra. Lui si stringe nelle spalle, un po’ a disagio. Però vedo il sorrisetto che gli incurva le labbra e non posso fare a meno di scrollare la testa mentre attingo alla mia energia per guarire Jaxon.

E io che credevo che le cose tra me e Jaxon fossero complicate. In confronto a loro due, la nostra situazione era limpida come l’acqua.

Quando comincio a rimarginargli la ferita, Jaxon fa una smorfia, ma non dice una parola. Invece stringe i denti e distoglie lo sguardo, cercando di fingere che non sia questo granché. Però il sudore che gli cola lungo la guancia mi fa capire che non è così, e lo stesso i pugni stretti.

?Come si chiama il cane di Dracula?? chiedo.

Jaxon mi scocca un’occhiata sofferente. Prende un respiro difficoltoso e domanda: ?Siamo proprio sicuri di volerlo sapere??

?Canino?, aggiungo con un sorriso.

Decisamente non è la battuta migliore del mio repertorio, e lui e Flint l’accolgono con un gemito, pure bello sonoro. Però non è nemmeno la peggiore, perciò faccio la linguaccia a tutti e due e torno a concentrarmi sulle ferite di Jaxon.

Cerco di far defluire il dolore il più possibile e contemporaneamente di chiudere la ferita. Ma è un equilibrio delicato, perché se mi impegno troppo per controllare il male, non mi rimane magia sufficiente per curarlo a dovere. Ed è una lesione profonda, che ha intaccato almeno due organi.