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Court (Crave, #4)(288)

Author:Tracy Wolff

Mi rialzo per mia nonna, che non ha mai saputo chi fosse in realtà, né che cosa si celasse dentro di lei.

Mi rialzo per la mia bisnonna. Per la mia trisavola. Per dieci generazioni di donne che mi hanno preceduto. Che hanno dovuto tenere nascosta la loro stessa esistenza per sopravvivere. Che hanno imbrigliato il proprio potere per compiacere qualcuno che ne aveva paura.

Io non ho paura. E non intendo più nascondermi.

167

IN-TRALCI

RIAPRO gli occhi, pronta ad affrontare Cyrus.

Tutti mi stanno fissando scioccati. Cyrus. Le sue guardie. I miei amici. Persino la folla esultante si è zittita vedendo quello che ho creato. Giro lo sguardo sui pilastri di pietra e sorrido.

Ci sono viticci ovunque, che si torcono e si attorcigliano avviluppando le pietre. Si insinuano dentro i lucchetti di metallo, premendoli sempre di più, finché si aprono e i miei amici sono liberi. I viticci continuano a espandersi, ad avvolgersi intorno alle lastre di metallo e alle pietre, sino a far scomparire ogni traccia di ciò che è accaduto qui. E alle estremità dei loro tralci verdi sbocciano migliaia e migliaia di fiori viola.

Soltanto Hudson non sembra per niente sorpreso, e quando i nostri occhi si incontrano, sembra quasi che dica: Era ora! Come se sapesse già che avevo tutto questo dentro di me, anche se io ancora non lo capivo. O non ero pronta ad accettarlo.

?Molto…? A Cyrus si spezza la voce, perciò dà un colpetto di tosse e ci riprova. ?Molto scenografico, Grace. Certo, questa piccola esibizione di potere sarebbe più efficace se tu non fossi legata a quella macchina.?

?Quale macchina?? domando, quindi mi abbasso e sciolgo i legacci come se non fossero altro che un giocattolo per bambini. ?Questa??

Il suolo adesso è coperto di viticci verdi, erba e muschio, e tutto intorno stanno spuntando altre cose, compresi alberi di vario genere. E fiori nelle tonalità del giallo e del rosso e del viola… e sì, persino del rosa shocking.

è uno spettacolo bellissimo, e riesco a percepire la vita, il potere che mi chiamano mentre avanzo verso questo falso dio vampiro. Mi fermo proprio davanti a lui.

?Credi che un paio di fiorellini ti rendano potente?? mi dileggia stritolando un perfetto bulbo giallo sotto il tacco della scarpa. ?Questo è niente, nulla di più di una passeggiata al parco. Non è nulla in confronto a quello che sono in grado di fare io.?

Inarco un sopracciglio. ?Oh, davvero? E che cosa saresti in grado di fare, di preciso??

Senza preavviso, Cyrus scatta e mi dà una manata sul petto mentre sto cercando di prendere il filo color platino, mandandomi a sbattere contro le pietre con tanta violenza che temo di essermi incrinata una costola.

Comincia ad avanzare, paonazzo, ma si ferma di botto. è evidente che si aspettava che arretrassi per lasciarlo passare, che liberassi uno spazio che reclama come suo anche se non ne ha alcun diritto. Però c’è un problema: io non mi sposto.

Non mi sposto di un millimetro. Non di certo per lui. Mai più.

Sarà pure un dio, ma anch’io ho un certo potere, e non intendo cedere davanti a uno che cerca di appropriarsi del mondo intero come se fosse un bottino di guerra.

Perciò, anziché arretrare, faccio un passo avanti e invado il suo spazio. Non lo spingo via, un po’ perché non è nel mio stile e un po’ perché lui sta aspettando solo che mostri un minimo atteggiamento aggressivo per esplodere come una pentola a pressione.

In ogni caso non cedo, e non mi muovo. Dovrà convivere con me e con quello che hanno provocato le sue macchinazioni.

?Io sono un dio?, proclama con un sogghigno. ?Posso fare cose che tu non immagini nemmeno.?

?Tu sei un falso dio?, sogghigno a mia volta, e faccio per stringere di nuovo il mio filo verde di semidea. Ma non c’è più, o perlomeno non è dove è sempre stato. Infatti si è intrecciato al mio filo di gargoyle, così saldamente che non sarà più possibile distinguerli. ?Tutto quello che sai fare l’hai rubato all’universo. E ti garantisco che l’universo non chiuderà un occhio su questo furto.?

La sicurezza di Cyrus per un attimo vacilla e capisco di aver colpito nel segno. Poi però ritrova la sua spregevole boria, mi guarda dall’alto in basso e dice: ?E tu chi saresti, per parlare a nome dell’universo? E per di più a me??

?Io sono nata per essere la semidea del caos, idiota, e non sono l’unica semidea qui.? Mi volto verso Izzy, ancora sulla pedana con gli altri, e le chiedo: ?Ti va di darmi una mano??

Lei inarca un sopracciglio e incrocia lo sguardo di suo padre. ?Stai dicendo che siamo in grado di fregarlo??