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Court (Crave, #4)(50)

Author:Tracy Wolff

Si tappa subito la bocca con la mano, quando si accorge che siamo scoppiati tutti a ridere.

Flint rincara la dose e comincia a dimenarsi spaventandolo ancora di più. Spera che Dawud urli di nuovo, ma, a quanto pare, ha la mascella bloccata, perché non emette alcun suono, però chiude gli occhi e fa una serie di respiri profondi: ricordo di avere fatto la stessa cosa quando Flint mi ha invitata a volare con lui la primissima volta.

?Tu voli?? mi domanda Hudson prendendomi la mano mentre si avvicina a Eden, che sta completando la sua trasformazione.

?Puoi scommetterci?, gli dico con un sorriso. ?Ma non preoccuparti, se cadi ti prendo io.? Mi aspetto di sentirlo ridere, invece mi risponde, con occhi serissimi: ?Idem?.

Si volta prima che possa domandargli che cosa intende dire e chiede a Eden il permesso di salirle sul dorso. Il drago annuisce e lui le salta in groppa senza problemi, subito seguito da Rafael e Liam, che hanno la stessa aria terrorizzata di Dawud. Dell’Ordine, soltanto Byron sembra a suo agio sulla schiena di un drago.

Mi dispiace per loro e per le stupide regole non scritte della Katmere contro la socializzazione tra creature paranormali di famiglie diverse. Hudson, Jaxon, Macy, Flint, Eden, Mekhi, Xavier, Gwen e Luca sono stati per me la parte migliore di questo mondo, ancora meglio della scoperta di essere un gargoyle. Non riesco a immaginare come sarebbe la mia vita se avessimo rispettato quelle ridicole norme e avessimo frequentato soltanto i rispettivi gruppi.

E dato che il pensiero mi rattrista, mando un bacio a Hudson, poi guardo Jaxon – che ha in mente di usare la telecinesi – e gli dico: ?L’ultimo ad arrivare in Irlanda fa il ballo del qua qua?.

?Ah, è così, eh?? ribatte.

?Sì, è così?, gli dico trasformandomi.

Non appena metto le ali, schizzo in aria e prendo il volo, lasciando Jaxon, Eden e Flint a mangiare la polvere.

E per tutto il viaggio mi sforzo di non preoccuparmi di come il nostro variegato gruppo di paranormali verrà accolto al suo arrivo alla Corte dei gargoyle.

29

A VOLO DI DRAGO

A DISPETTO del modo in cui è iniziato, il viaggio è completamente diverso da tutti gli altri che abbiamo fatto. Niente capriole, niente giri della morte, niente gare tra Eden e Flint o tra me e Jaxon. Sorvoliamo l’Europa e poi la Manica e il mar Celtico in silenziosa contemplazione.

Quando avvistiamo l’isola in lontananza, ho la sensazione di avvertire la Corte con la stessa nitidezza con cui sento il battito del mio cuore. è come se ci unisse un filo che viene arrotolato con un giro di manovella man mano che ci avviciniamo.

?Ci siamo quasi?, urlo agli altri prima di cominciare ad abbassarmi gradualmente.

Adesso mi sto muovendo per inerzia sopra il mar Celtico, con l’alba che tinge l’acqua di un bell’arancione ricordandomi le corse di primo mattino sulla spiaggia di San Diego. Per la prima volta, mi chiedo se i miei genitori avessero scelto di trasferirsi in California perché è vicino all’acqua. Quella del Pacifico, non dell’Atlantico, ma si tratta pur sempre di oceano. E l’acqua è l’elemento che è parte integrante dei miei poteri.

Una rapida occhiata ai miei amici mi dice che ormai sono tutti esausti. Flint sta rallentando per sfruttare il più possibile le correnti dei venti. Eden sta ancora sbattendo le ali, ma a un ritmo decisamente più lento. Persino Hudson è leggermente piegato in avanti, come se a sorreggerlo fosse soltanto la pura forza di volontà.

In lontananza scorgo già le scogliere di Cork. Nonostante anch’io sia spossata, sento ribollire nel sangue una sorta di impulso primordiale che mi spinge ad accelerare l’andatura finché li vedo all’orizzonte: l’elaborata inferriata che circonda la Corte dei gargoyle e il castello di pietra al suo interno.

All’eccitazione si unisce il nervosismo al pensiero di come io e i miei amici verremo ricevuti. Chastain seguirà le mie istruzioni o sceglierà di rimanere leale ad Alistair anche se il re dei gargoyle mi ha passato lo scettro davanti ai suoi occhi? Gli altri gargoyle mi accetteranno o mi snobberanno? E che cosa farò se dovessero decidere di non darmi ascolto? Come sistemerò le cose? Ma, ancora più importante, si potranno sistemare?

Le domande mi si affollano nella testa, sempre più complesse e sconfortanti, man mano che mi avvicino alla Corte dei gargoyle. Finché, all’improvviso, ci arrivo proprio sopra, o, perlomeno, sopra il punto in cui dovrebbe trovarsi.

Atterro lentamente, chiedendomi dove ho sbagliato. Il faro che mi ha guidata fin qui era difettoso? Oppure ho davvero immaginato le ore trascorse qui con Alistair?

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