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Court (Crave, #4)(51)

Author:Tracy Wolff

Perché il posto in cui mi trovo non assomiglia neanche lontanamente a quello in cui sono stata ieri. L’inferriata è la stessa, ma soltanto quella.

Il cortile che ho attraversato? Sparito.

Il castello in cui ho assistito all’addestramento dei gargoyle? Soltanto un cumulo di roccia e viticci sparsi.

I gargoyle? Svaniti, come se non ci fossero mai stati.

Questa Corte dei gargoyle, la mia Corte dei gargoyle? Un sogno che si è appena trasformato in un incubo.

30

ALLA FACCIA DELLA RISTRUTTURAZIONE

APPENA Eden tocca terra, Hudson si precipita al mio fianco.

Non dice niente, e neanch’io. Restiamo semplicemente lì a guardare la devastazione che abbiamo davanti.

Non c’è nessun cortile.

Niente atrio o salone delle feste.

Niente torre rotonda che si innalza verso il cielo.

Non c’è niente, tranne un cumulo di macerie e di sogni infranti.

Perché tutte le mie idee e speranze si stanno frantumando ai miei piedi.

?Devo ammettere che le loro soluzioni architettoniche non mi fanno impazzire.? Le parole sono sarcastiche, ma il tono di Hudson è dolce, e lo stesso l’occhiata che mi lancia mentre mi dà una lieve spallata.

?Un po’ troppo in stile ‘fine del mondo’ per i tuoi gusti?? gli domando avvicinandomi a lui.

Hudson alza gli occhi al cielo. ?I muri sono roba d’altri tempi.?

?A me invece un buon muro non dispiace?, ribatto, e mi scopro a sorridere mentre due minuti fa ero convinta che non sarei mai più riuscita a farlo in vita mia.

?E io che credevo che quattro mura fossero sempre la soluzione migliore.? Mi attira a sé, facendomi appoggiare la schiena contro il suo petto, poi mi stringe forte tra le braccia e mi posa il mento sulla testa.

?Sei sempre il solito esagerato.?

Hudson sembra tranquillo, anche davanti a tanta devastazione. Perciò mi appoggio a lui e mi prendo un momento per respirare. Per respirare e basta. ?è tutto a posto?? mi domanda dopo un istante.

?No, se me lo chiedi così?, rispondo.

?Così come??

?Come se ti aspettassi di vedermi crollare da un momento all’altro. O come se fossi già crollata.? Mi scosto. ?Non mi sono sognata di vedere un’intera Corte dei gargoyle. Era qui. Esattamente qui.?

?Non ne ho il minimo dubbio?, mi rassicura lui con un tono che mi convince che mi crede davvero.

Però mi volto comunque a guardare le macerie, chiedendomi se a fare tutto questo possa essere stato Cyrus. è possibile che sia arrivato qui prima di me e abbia raso al suolo questo posto soltanto per impedirci di avere un porto sicuro? Ma, in tal caso, che ne è stato dei gargoyle che ho visto addestrarsi qui ieri? Sono sepolti sotto le pietre, intrappolati in attesa che io li trovi?

Questo pensiero mi spinge a muovermi, a varcare l’inferriata cadente e a inoltrarmi nella zona che un tempo era un cortile meraviglioso affacciato sull’oceano. Tuttavia, dopo pochi secondi subentra la logica, insieme allo spirito di osservazione, a quanto pare scarso.

Questo posto non è crollato di recente. è in queste condizioni da decenni, forse da secoli. I cumuli di pietre sono ricoperti di erbacce. L’inferriata è fatiscente. E, sparse in giro tra le rovine, ci sono le ossa degli animali che sono venuti in perlustrazione e, alla fine, si sono ritrovati intrappolati tra le macerie.

No, non è stato Cyrus. O, perlomeno, non in quest’ultimo secolo. Riguardo a prima, non potrei giurarci.

?Non capisco?, bisbiglio mentre i nostri amici fanno cerchio intorno a noi. ?Non è stato un sogno. Sono sicura.? Passo il pollice sullo smeraldo dell’anello. è duro – e reale – più che mai. ?Non mi sono inventata questo posto. L’ho visto chiaramente.? Vado sulla sinistra del cortile, verso un mucchio di grosse pietre coperte d’edera. ?Questa era una delle quattro torri. Aveva vetrate colorate e merli squadrati, ed era proprio qui. Proprio qui.?

?Nessuno dubita di te?, dice Macy.

?Io dubito di me?, ribatto. ?Come potrei non farlo??

?Senza offesa, però anch’io dubito di te?, commenta Dawud con un’alzata di spalle. ?Cioè, a me sembri un po’…? e mima come se mi fossi fumata qualcosa.

è la cosa peggiore che avrebbe potuto dirmi in un momento come questo, dato che già io dubito di me stessa – e i miei amici vorrebbero rimproverarl? per la sua mancanza di sensibilità –, ma, nello stesso tempo, non avrebbe potuto fare un’osservazione migliore, perché mi fa ridere, nonostante la situazione in cui ci troviamo.

?Non riesco a spiegarmelo?, dico a Dawud e agli altri. ?Quando Alistair mi ha portata qui, sembrava assolutamente reale.?

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