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Court (Crave, #4)(54)

Author:Tracy Wolff

Ma Hudson, come sempre, mi ha cinto i fianchi per stringermi più forte a lui.

Gli afferro convulsamente i capelli di seta, mentre lui mi bacia il collo, procurandomi un’intensa ondata di piacere.

Lo sento gemere, un gemito tenebroso, disperato e decisamente pericoloso, che non fa che eccitarmi ancora di più. Gli stringo i capelli e ansimo il suo nome protendendomi verso di lui.

Desidero disperatamente che smetta di giocare.

Desidero disperatamente che faccia ciò che il mio corpo esige.

Desidero disperatamente che faccia ciò che ogni mia cellula, ogni mia molecola, lo implora di fare.

Lui lo sa, eccome se lo sa. La sua risatina tenebrosa è la prova che si sta trattenendo di proposito, che mi sta torturando di proposito. Forse dovrebbe infastidirmi il modo in cui accende il mio desiderio sino a farlo diventare selvaggio e sfrenato, tanto che mi riconosco a stento.

E forse mi arrabbierei davvero, se si trattasse di qualcun altro, di chiunque altro. Ma lui è Hudson. Il mio compagno. E quando lo sento tremare, mi rendo conto che anche lui è stato sorpreso e travolto da quanto ci sta succedendo e che vuole godersi ogni istante. E per adesso è abbastanza, più che abbastanza.

Perlomeno, finché mi dà un bacio, lungo e carezzevole, sulla pelle delicata dietro l’orecchio.

E, di colpo, tutto il mio corpo scatta in allerta. I freni cedono, e anche il mio orgoglio.

?Ti prego?, lo imploro, inarcando tanto il collo che mi fa quasi male, nello sforzo di concedergli più spazio possibile. ?Hudson, per piacere.?

?Per piacere che cosa?? ringhia con un tono così roco che è quasi irriconoscibile.

Vorrei rispondergli – provo a farlo –, ma la mia voce non c’è più, affogata nella selvaggia cacofonia delle sensazioni che sto vivendo.

E quando finalmente abbassa la bocca sul lato della gola dove la vena mi pulsa più forte, tutta la mia anima lo reclama a gran voce.

Mi bacia una volta, due, e di colpo il mio sangue si trasforma in benzina, e la punta della sua zanna che mi accarezza la pelle è il fiammifero che mi accende. Che mi fa ardere, ancora prima che finalmente – finalmente – colpisca con un gemito di piacere.

Mi stringe i fianchi con le mani mentre affonda le zanne. Per un breve istante avverto una fitta di dolore, che però svanisce in fretta com’è arrivata, lasciandosi dietro nient’altro che piacere e calore. Un calore che mi accarezza la pelle, mi scorre nel sangue. Un calore che mi inonda, mi travolge, mi brucia.

Ormai sto tremando, l’elettricità mi sfrigola dentro, mi accende come l’aurora boreale che danza nel cielo notturno dell’Alaska.

E mentre Hudson affonda le zanne facendosi strada dentro di me, penso che le leggende popolari siano tutte in errore. Raccontano che i morsi di vampiro sono da temere, ma nel morso di Hudson non c’è niente di spaventoso, a meno che non si intenda il modo in cui mi fa sentire.

Il modo in cui mi accende di desiderio, finché non esiste più niente e nessuno tranne noi.

Finché non c’è più Cyrus.

Finché non c’è più guerra.

Finché non c’è più morte.

Finché non c’è più niente, tranne Hudson e me.

Emette un gemito roco e mi affonda le dita nei fianchi mentre io, tremante, mi stringo a lui. Mentre lo imploro di prendere di più, sempre di più, finché ?io? e ?lui? cessiamo di esistere. E restiamo soltanto ?noi?, che anneghiamo l’uno nell’altra. Ardenti di piacere.

Ho brividi in tutto il corpo, ma lascio che Hudson mi prenda tutto… finché si ritrae con un ringhio.

Mugolo, cerco di fermarlo, di trattenerlo dentro di me, però lui non vuole saperne.

Solleva la testa, impreca e si allontana.

Di pochissimo, in realtà, ma lo avverto sin nelle viscere mentre mi aggrappo a lui per riportarlo sulla mia gola, sulla mia vena.

Tuttavia Hudson non cede. I suoi luminosi occhi azzurri mi fissano con una preoccupazione che è come acqua ghiacciata sulle fiamme che mi divampano dentro.

?Sto bene?, gli dico, anticipando la domanda che sta per farmi. ?Non hai preso molto.?

?Ho preso troppo?, ribatte lui con il suo accento inglese tutto perfettino che mi eccita almeno tanto quanto mi infastidisce. ?Stai tremando.?

Alzo gli occhi al cielo e comincio a baciarlo sulla gola. ?Ti assicuro che non sto tremando perché ho perso troppo sangue.?

?Ah, davvero?? Mi guarda divertito. ?E allora da che cosa dipenderebbe??

?Baciami e te lo faccio vedere?, gli sussurro affondando la bocca nella sua pelle.

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