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Court (Crave, #4)(68)

Author:Tracy Wolff

?Grace, va tutto bene?? mi chiede Jaxon vedendo che continuo a guardarmi alle spalle.

?Sì, certo.? Riporto di colpo l’attenzione su di lui. ?Volevo parlarti un attimo. A proposito della…? Il nervosismo ha la meglio e mi si spezza la voce, perciò mi schiarisco la gola e ci riprovo. ?A proposito della Dissanguatrice. C’è una cosa che devi sapere.?

Dalla sua espressione, mi rendo conto che ha capito. Mi prende una mano, la stringe piano. ?Non c’è bisogno che tu lo dica.?

?Invece sì. Non voglio nasconderti niente…?

?Me l’ha già detto lei?, mi interrompe. ?L’ultima volta che sono stato qui. è tutto a posto, Grace.?

Di tutte le cose che mi aspettavo che Jaxon Vega potesse dirmi in questa situazione, ?è tutto a posto? non rientra nella classifica neppure delle prime centomila. Per un attimo temo che stia per scoppiarmi la testa, mentre l’ansia che mi attanagliava lo stomaco schizza in alto andando a insediarsi nella mia gola.

Mi ci vuole un po’ per riuscire di nuovo a parlare, ma alla fine domando: ?Aspetta un attimo. Ti ha detto quello che ha fatto? Con il nostro legame??

?Sì?, conferma lui. ?So che è uno schifo…?

?Sai che è uno schifo?? Strillo così forte che le aquile che ci volano sopra la testa probabilmente lo avranno scambiato per un richiamo di accoppiamento. ?Ed è tutto quello che hai da dire su quello che ci ha fatto? Che è ‘uno schifo’??

Il suo sorriso vacilla, e per un attimo nei suoi occhi riappare quello sguardo triste che mi spezza il cuore. ?Non so che cos’altro dire, Grace. Mi dispiace terribilmente che tu ne abbia sofferto, mi dispiace terribilmente per tutto quello che hai dovuto passare per una decisione incauta…?

?Incauta?? Comincio a pensare di dovermi guardare intorno in cerca di telecamere nascoste perché sono sicura che si tratti di uno scherzo. Altrimenti non saprei come altro spiegare la calma con cui la sta prendendo Jaxon. ?Come fai a essere così comprensivo? Come puoi perdonarla per averci distrutto la vita in questo modo? Hai rischiato di perdere l’anima, Jaxon. Hai rischiato di…? Mi blocco: non riesco a parlare di quello che stava per succedere soltanto un paio di giorni fa.

?Lei mi ha dato te?, risponde semplicemente. ?Qualunque cosa sia successa, o succederà in futuro, lei mi ha fatto un gran regalo: essere amato da te. Amarti. Lo sai che cosa significa per uno come me? Per tutta la vita non ho mai provato sentimenti, e poi sei arrivata tu e adesso io provo… tutto.?

I suoi occhi color ossidiana si riempiono di lacrime. Le scaccia in fretta con un battito di palpebre, ma non importa perché le ho viste, e mi spezzano il cuore un’altra volta.

?Oh, Jaxon…?

?è tutto a posto, Grace, davvero.? Mi tira un ricciolo e poi lo lascia andare come faceva un tempo. ?Se sono capace di amare te, vuol dire che forse un giorno sarò capace di amare qualcun altro, magari chi mi era stato predestinato. Prima di te, non avrei mai immaginato che potesse succedermi una cosa del genere. E adesso…? Si stringe nelle spalle. ?Adesso non è poi così male.?

Le sue parole mi procurano una fitta al cuore. Non perché lo ami ancora come un compagno – Hudson è il mio tutto –, ma perché gli voglio comunque bene. Lui è la mia famiglia, e non c’è niente che desideri di più che saperlo felice, e non chissà quando, ma adesso.

?Sei meraviglioso, lo sai, vero?? gli chiedo.

Fa spallucce. ?Forse.?

Alzo gli occhi al cielo e gli do una spallata scherzosa, ma lui ride e chiede: ?Come si chiama un boomerang che non torna indietro??

?Boomerotto?? rispondo senza troppe speranze.

?Che cosa?? Scuote la testa fingendosi disgustato. ?Questa era pessima. Sul serio, Grace, superpessima.?

?Ah, sì? E allora la risposta quale sarebbe, genio??

?Bastone, ovviamente.?

Adesso scoppio io a ridere, perché: ?è così squallida che è divertente?.

Lui sembra orgogliosissimo di sé. ?Appunto.?

Ci voltiamo per tornare verso l’ingresso della grotta, e i miei occhi corrono subito a Hudson. Non ci sta più osservando, anzi, non sta osservando proprio nessuno. è appoggiato a un albero sul lato della radura e fa scorrere il dito sul display del telefonino come se leggesse il feed più appassionante del mondo.

Sembra tranquillo, così tranquillo che sono sicura che gli altri non ci facciano neppure caso, ma io lo conosco abbastanza bene da notare il modo in cui picchietta con il dito indice il retro della cover del cellulare come fa sempre quando è a disagio. Noto la mascella rigida e le spalle tese, come se si preparasse a ricevere un colpo e volesse assicurarsi di farselo scivolare addosso.

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