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Court (Crave, #4)(71)

Author:Tracy Wolff

Mi affretto a continuare, con la speranza che smetta di fissare il mio compagno come se avesse voglia di appenderlo sopra un secchio. ?Riesco a vedere nella mia testa i collegamenti che mi uniscono alle persone che hanno un legame emotivo con me, compreso il mio gargoyle. Vedo… non so come descriverli, delle specie di fili colorati. E uno di questi fili… Credo che uno di questi fili mi leghi a lei. Ed è potente.?

La Dissanguatrice si volta a guardarmi con la massima calma, ma ora la sua espressione è molto più dolce.

?Vieni.? Mi tende una mano. ?Ultimamente il freddo mi affatica. Andiamo nel mio salotto, dove fa più caldo.?

E, senza fermarsi per controllare se qualcuno di noi si disturba a seguirla, si volta e imbocca a passo incerto il corridoio di ghiaccio. Sembra invecchiata di cent’anni dall’ultima volta che l’abbiamo vista, un paio di mesi fa.

41

FORSE VOLEVI DIRE DARTH MATER?

?JAXON, per cortesia, puoi passarmi una coperta?? chiede con voce tremula lasciandosi cadere sul divano di velluto bianco.

Il salotto è cambiato di nuovo, noto, mentre Jaxon prende una coperta dalla cassapanca. Adesso le pareti sono color lavanda, lo stesso delle poltrone che abbiamo di fronte. Divano e poltrone hanno cuscini con un motivo di viole e foglie, e il camino in fondo alla stanza ci avvolge in un bagliore rosato.

?Tiene il camino acceso?? mi bisbiglia Macy mentre Jaxon posa la coperta in grembo alla Dissanguatrice. ?In una grotta di ghiaccio??

?Come fa a non farlo sciogliere?? domanda Eden.

?è un’illusione?, rispondo. ?Come il resto della stanza.? E la sua debolezza? mi chiedo. Anche quella è un’illusione? E, in tal caso, per quale motivo il vampiro più potente del mondo si finge debole?

?Qualcuno vuole un po’ di tè?? offre la Dissanguatrice. Agita una mano e, all’istante, sul tavolino compaiono bricco e tazze.

?è davvero tè?? chiede Macy. ?O anche questa è un’illusione??

Faccio spallucce e scuoto la testa. Nonostante ci sia uno strano filo verde a unirci, non so proprio nulla della Dissanguatrice.

Tutti tacciono e, nel silenzio generale, sento mia cugina rispondere: ?Grazie, sì, lo prendo volentieri?. L’occhiata che mi rivolge mi dice che c’è soltanto un modo per scoprirlo.

Con una voce divertita negli occhi, la Dissanguatrice si volta verso di lei. ?Ma certo, mia cara.?

Macy prende il bricco, versa il caldo liquido ambrato in una tazza e con un paio di pinzette aggiunge due zollette di zucchero.

?Dove prende lo zucchero se preferisce cibo… sanguinolento?? chiede piano Eden.

Già. Infatti.

A Macy trema la mano quando si china sulla tazza e soffia piano prima di fare un sorso. Be’, ha detto che ne voleva una tazza, e adesso non può tirarsi indietro soltanto perché non riusciamo a capire da dove venga lo zucchero. E anche il tè, se è per questo. L’espressione piacevolmente sorpresa sulla sua faccia, però, dice che è davvero buono.

Ma la questione dev’essere rimandata a un altro momento, perché la Dissanguatrice comincia a fissarmi con il suo sguardo intimidatorio.

?Grace, mia cara?, dice, ?perché non vieni a sederti sul divano con me? Così posso rispondere alla tua domanda.?

Non voglio sedermi sul divano. Anzi, non voglio proprio starle vicino. Però immagino che non accetterà un no come risposta. E dal momento che ci serve – che mi serve – il suo aiuto, dobbiamo stare alle sue regole. L’alternativa sarebbe andarsene di qui.

Ed è per questo che vado da lei, sotto gli sguardi attenti di Hudson e dei miei amici. Non mi siedo sul divano, ma su una delle belle poltrone color lavanda. Essere accomodanti è un conto, essere allocchi è un altro.

E io sono arcistufa di fare la figura dell’allocco quando c’è di mezzo questa donna, che ha causato tanto dolore alle persone a me care. E le cui macchinazioni hanno dato il via a eventi terribili.

La Dissanguatrice mi guarda torva e quando si rende conto che non riuscirà a farmi cambiare idea, mi fissa per alcuni secondi. I miei amici cominciano ad agitarsi, ma io sostengo il suo sguardo senza lasciarmi intimidire. Sarebbe in grado di uccidermi? Certo che sì. Potrebbe farlo qui, adesso, davanti al suo prezioso Jaxon? Non credo, dal momento che sta facendo questo teatrino soltanto per lui.

?Perché non vieni a sederti sul divano, Grace?? dice alla fine con tono d’acciaio. ?Ultimamente ho qualche problemino d’udito.?

?Sto bene qui, grazie?, rispondo, alzando di proposito la voce perché la povera vecchina possa sentirmi.

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